"Secondo me, almeno cinque tra gli apostoli erano gay, sicuro! E’ normale: cosa dovevano fare?". A dirlo, microfono in mano, è don Andrea Gallo durante la presentazione del suo utlimo libro "Il Vangelo degli ultimi" fatta a Milano.
E gli ultimi, per il prete genovese amico delle trans, delle prostitute e dei tossicodipendenti, noto per le sue posizioni decisamente poco allineate, sono anche "coloro che il nostro sistema di valori vuole vedere occultati, sono coloro che disprezziamo soltanto perché diversi". E tra questi rientrano, naturalmente, anche le persone lgbt, discriminate solo per il loro orientamento sessuale o per la loro identità di genere.
E parlando del suo libro, degli apostoli che secondo lui erano gay, anche se nei vangeli canonici non si parla mai di omosessualità, don Gallo si rivolge anche ai politici dei nostri tempi che parlano di "problema gay". "Problema gay – tuona il prete -? E’ vostro il problema, siete indietro non di 200 anni ma di 500 anni, prigionieri di una morbosità”.
A Genova, don Gallo è la colonna portante della comunità di San Benedetto al Porto, da lui stessa fondata, dove accoglie tossicodipendenti, prostitute, transessuali costrette alla vita di strada e molte altre persone, anima progetti che vede protagoniste le persone che accoglie. Nel 2011 ha ricevuto il premio di Personaggio Gay dell’Anno assegnato da Gay.it.
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