“È disoccupata? Ah, quindi lei si prostituisce? Si metta a verbale che la parte è una prostituta“.
L’ha detto un giudice, in Toscana, a una giovane ragazza trans durante un’udienza che si è tenuta nella mattina di giovedì. A riferire dell’incredibile vicenda è Cathy La Torre, avvocato che da tempo si batte per i diritti LGBT. Il giudizio civile è ancora in corso, per questo l’identità della giovane e del giudice non è stata resa nota.
L’udienza era motivata dalla richiesta di cambio di nome (e di genere) da parte della donna, che da più di 20 anni vive da donna e che vorrebbe avere finalmente i documenti adeguati alla sua identità.
La donna, assistita dalle avvocate La Torre e Cristina Polimeno, si è ritrovata davanti un collegio di tre giudici: “La giudice relatrice ha introdotto il caso in maniera molto corretta” ha detto La Torre, “poi la mia collega ha chiesto alle tre toghe se avessero voluto sentire la loro cliente, farle qualche domanda. Di solito si fa così: il giudice deve infatti accertare rigorosamente l’immedesimazione nel genere eletto e questo lo si può fare con un consulenza medica, ma anche facendo delle domande“.
Marta non ha fatto l’operazione ai genitali, pur avendo fatto terapie ormonali e operazioni per rifarsi il seno. Dunque i giudici, in casi come il suo, sono molto più severi nel dare il nulla osta al cambio di nome e di sesso.
“Il presidente del collegio prima ha risposto che non aveva interesse a sentire la parte. Ma dopo pochi secondi ha chiesto: ‘Lei di cosa si occupa? Che lavoro fa?’. Marta ha risposto di essere disoccupata, anche a causa dei documenti difformi rispetto all’apparenza fisica. ‘Ah, quindi lei si prostituisce?’ La mia assistita allora è scoppiata a piangere. A quel punto il giudice ha detto: ‘Si scriva a verbale che la parte è una prostituta”.