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Trasparenze da leccare

A Roma, personale di Diego Tolomelli, che utilizza una forma d’arte generalmente legata alla sacralità per raffigurare un erotismo omosessuale originale e appassionato.

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Mettere il proprio talento e la propria esperienza nel settore delle vetrate artistiche per realizzare un erotismo omosessuale vivace e appassionato, tra tatuaggi e dettagli anatomici, orpelli sadomaso e baci delicati. È questa la scelta di Diego Tolomelli, che ci dimostra come la vitalità e la duttilità di questa forma d’arte non siano appannaggio esclusivo di luoghi e tematiche religiosi ma possano essere utilizzate perfino in chiave queer.

Una sua personale è visitabile gratuitamente fino al 16 marzo al Circolo Mario Mieli, che in occasione dei 25 anni dalla fondazione, propone un ciclo organico di mostre per dare visibilità a giovani artisti omosessuali e promuovere un incontro tra la comunità gay e le varie forme di creatività e ricerca artistica contemporanea.

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«L’eros – scrive il curatore Francesco Paolo Del Re – trova nella trasparenza del vetro una dimensione di desiderio tutta contemporanea. Le creazioni di Tolomelli, più che ricordare le tradizionali decorazioni delle chiese, sembrano apparentarsi alle icone fluide tipiche di internet. La forma del lightbox retroilluminato regala al vetro le possibilità di un vero e proprio schermo, vibrante e languido, che si lascia non solo guardare, ma sembra porsi allo spettatore in un modo quasi interattivo, in un invito totale a toccare con occhi-lingue e con tutto il corpo eretto».

Trasparenze da leccare - tolomelliF3 - Gay.it

L’artista di Pavia ha lavorato per sette anni in Inghilterra, imparando diversi stili e tecniche e partecipando alla realizzazione delle nuove vetrate per il parlamento inglese, rappresentanti mille anni di storia del Regno Unito, e al restauro della collezione privata Sam Fogg di vetrate medievali. Dopo esser tornato in Italia «per ragioni climatiche», ha lavorato in uno storico studio di Roma, contribuendo alla realizzazione delle vetrate della cattedrale di Abuja in Nigeria e vivendo "la fantastica esperienza di andare in Africa ad assistere alla posa in opera". Dal maggio 2007 è indipendente.

«La mia – ci racconta – è una vera e propria missione: il salvataggio della vetrata artistica. Questa forma d’arte per secoli è stata limitata a particolari usi e stili e sembra destinata a sparire. La vetrata non abbellisce solo chiese e templi, ma può spaziare in varie direzioni. Con il mio lavoro sto ottenendo il risultato di avvicinare tantissime persone a una forma d’arte normalmente poco conosciuta».

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Ci spiega inoltre che «il processo di realizzazione di una vetrata artistica è molto complesso e va dal bozzetto allo studio delle linee di taglio (ossia la costruzione del reticolo), al taglio del vetro, alla pittura (fase più complessa, in cui la grisalia viene applicata sulle tessere di vetro che poi vengono cotte varie volte in forno a 650°C) per concludersi con la legatura a piombo, la saldatura a stagno e la stuccatura, che rende la vetrata rigida e impermeabile, prima della lucidatura finale».

Nelle sue opere, si ha la sensazione di una sapiente coerenza dello stile più che dei temi, talvolta inutilmente espliciti. La causa è da ricercarsi però nelle committenze, che influiscono molto sulla scelta dei soggetti e che costituiscono altrettanti compromessi da accettare per un giovane artista. Per questo, ci pare lecito affermare che le sue opere più riuscite sono proprio quelle in cui il sesso è appena accennato e il gioco degli sguardi e del contatto suggeriscono una passione che va ben oltre la semplice attrazione fisica.

Hot Glass. Trasparenze da leccare
a cura di: Francesco Paolo Del Re e Antonio David Fiore
Roma, Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, via Efeso 2/A
fino al 16 marzo 2008
lunedì, mercoledì e venerdì dalle 11.00 alle 18.00; martedì e giovedì dalle 11.00 alle 14.00; sabato e domenica dalle 15.00 alle 19.00
info: tel.06.5413985 – www.mariomieli.org – mostracrocevia@gmail.com www.ikostudio.it/erotic/ita/erotic.html

di Flavio Mazzini

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