Tutti contro Pro Vita, “quella campagna non ha nulla a che vedere con la legge sull’omofobia”

Mera propaganda, ricca di menzogne e disinformazione. L'indecente campagna Pro Vita ha scatenato reazioni, ma il comune di Roma ha autorizzato l'affissione?

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La ridicola e menzognera campagna contro la legge sull’omofobia ideata da Pro Vita, apparsa a Roma nella giornata di ieri, ha ovviamente scatenato un fiume di reazioni, inevitabilmente indignate.

Beatrice Brignone, Segretaria Nazionale di Possibile, e Gianmarco Capogna, Portavoce nazionale di Possibile LGBTI+, hanno tuonato: “è propaganda che
non ha nulla a che vedere con la legge su omobitransfobia”.

Siamo sconcertati dalla campagna lanciata da Provita contro la discussione della proposta di legge sull’omobitransfobia. I messaggi apparsi oggi sui cartelloni pubblicitari altro non sono che mera propaganda tanto più che la notizia della calendarizzazione non è stata accompagnata ancora dal testo base che dovrà nascere dall’unione delle diverse proposte presentate in Parlamento. La campagna racconta falsità e rappresenta un ennesimo tentativo per ribadire la contrarietà a tutele e riconoscimento per le persone LGBTI; una posizione che contrasteremo in prima linea con le associazioni.

Non accettiamo alcuna speculazione ideologica e politica su un tema tanto importante che riguarda la vita delle persone LGBTI, spesso giovanissime“, continuano Beatrice e Gianmarco: “I numeri delle violenze e delle aggressioni testimoniano l’urgenza di strumenti concreti sia per la tutela delle vittime che per il sostegno dei centri che si occupano di violenza e, contemporaneamente, anche di prevenzione attraverso campagne culturali a partire dalle scuole. Proprio per questi motivi, nonostante la scelta di portare in aula la discussione vada nella direzione di dare al tema una priorità che ci trova d’accordo, riteniamo che ogni giudizio di merito sia legato al testo base che sarà presentato. L’importanza del contrasto all’odio per motivi legati all’orientamento sessuale e per identità di genere rappresenta un impegno di responsabilità che non deve tradursi in leggi frutto di compromessi al ribasso come già accaduto in altre occasioni”.

Non è chiaro, ad oggi, se questa imbarazzante campagna abbia ottenuto l’autorizzazione dal Comune di Roma all’affissione pubblica. Non ci stupiremmo del contrario, viste le salatissime multe del 2018, quando Pro Vita tappezzò la Città Eterna con indecenti manifesti omofobi mai autorizzati. Ad attaccare la campagna anche Fabrizio Marrazzo, portavoce Gay Center.

I manifesti apparsi a Roma contro la legge sull’Omofobia riportano affermazioni false, le leggi contro l’omofobia potrebbero vietare solo le offese verso le persone lesbiche, gay, bisex, e trans e non altro come riportato nel manifesto. Inoltre, le leggi presentate alla camera non prevedono neanche il reato di propaganda di odio, e non danno nessun sostegno certo alle vittime. Quindi, purtroppo anche in caso di approvazione gli omofobi possono continuare a fare manifesti, ed anche a discriminare dato che le vittime senza sostegni difficilmente denunceranno. Richiediamo ai deputati di rivedere la proposta di legge in modo da vietare la propaganda di odio e di dare sostegni certi alle vittime, come centri antiviolenza e case rifugio.

Anche qui Marrazzo fa il passo più lungo della gamba, visto e considerato che ancora non si conosce il testo base che il 30 marzo verrà presentato alla Camera, in quanto figlio dell’unione delle diverse proposte presentate in Parlamento. Compresa, tra le tante, quella appoggiata dallo stesso Marrazzo.

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