L’industria dell’aviazione porta con sé una storia di sessismo non indifferente. A partire dagli anni Trenta, quando iniziarono i primi voli commerciali e le hostess erano inizialmente infermiere per tranquillizzare i passeggeri in caso di emergenza, la presenza femminile a bordo è diventata una questione di marketing. La bella presenza delle hostess, infatti, attirava i clienti ma dava adito anche a paragoni per invogliarli a viaggiare. Slogan come “Se una donna può volare, puoi farlo anche tu” non erano inusuali all’epoca. Così, fino ai giorni nostri si sono protratti una serie di regole e requisiti per le donne che desiderano far parte dell’equipaggio di bordo: divisa rigorosamente in tailleur con gonna, scarpe col tacco, trucco e capelli raccolti in uno chignon.
Le divise della compagnia hanno sempre avuto anche la funzione di mostrare ai passeggeri come il personale sia rigorosamente addestrato e competente nel proprio lavoro, motivo per cui spesso l’apparenza ha avuto la meglio sulla comodità. D’altronde spesso si tende a dimenticare che il lavoro dell’hostess è alquanto impegnativo, richiede di stare in piedi diverse ore consecutive e destreggiarsi tra le mansioni riguardanti il volo e le richieste dei clienti.
Le cose sono però destinate a cambiare. Con un comunicato, la compagnia aerea low cost ucraina SkyUp ha detto addio alle classiche uniformi a cui siamo abituati. Il completo arancione che caratterizza la compagnia non prevederà più gonna e tacchi alti, bensì pantaloni eleganti di sartoria e giacche in eco-pelle italiana, realizzati con il brand ucraino GUDU, e sneakers bianche, le Nike Air Max720. Il trucco sarà ancora richiesto, ma un’altra apertura è stata fatta riguardo i capelli: al posto del celebre chignon sarà possibile realizzare anche altre acconciature o addirittura lasciarli sciolti. In passato altre compagnie avevano fatto passi avanti in questo senso, come Japan Airlines e Norwegian Airlines che avevano dato la possibilità di scegliere tra scarpe basse o con i tacchi, o la Virgin Atlantic, che aveva revocato l’obbligo di truccarsi. La scelta si inserisce all’interno di una linea che vuole innanzitutto agevolare le donne nel loro lavoro con abiti più comodi e, allo stesso tempo, muoversi verso un’eliminazione di quella sottile discriminazione che voleva la figura della hostess femminile e sempre agghindata alla perfezione.
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Nuovi valori di libertà, bellezza individuale e libertà che Marianna Grigorash, la direttrice del dipartimento marketing di SkyUp ha così descritto: «I tempi sono cambiati, le donne sono cambiate, così, in contrasto ai classici e conservatori tacchi alti, al rossetto rosso e allo chignon, arriva una nuova, più moderna e comoda immagine di ‘campionessa’».
È la prima volta che una compagnia cambia completamente l’intera divisa delle hostess verso un abbigliamento più inclusivo, paritario e, soprattutto, incentrato sulla qualità del lavoro più che sull’immagine trasmessa dai propri dipendenti. I nuovi completi non perdono certo di professionalità ed eleganza e segnano un precedente per tutte le altre compagnie aeree. È davvero arrivato il momento di rivedere le politiche sui dress code e fare in modo che notizie come questa non rimangano casi isolati.
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