Vi abbiamo già parlato di Uncle Frank, film in arrivo su Amazon Prime Video il prossimo 25 novembre, con Paul Bettany negli abiti di un professore di letteratura gay della New York University che torna a casa con sua nipote e con il proprio partner per il funerale di suo padre, finendo così per dover affrontare il suo mai del tutto metabolizzato passato.
Alla regia e allo script Alan Ball, creatore di Six Feet Under e True Blood, nonché premio Oscar per la sceneggiatura di American Beauty, nel lontano ‘2000, quando da perfetto sconosciuto si fece conoscere al mondo intero. Da sempre gay dichiarato, Ball, intervistato da Lorenzo Ormando per Il Venerdì di LaRepubblica, ha confessato come questa pellicola sia in qualche modo ancorata al suo vissuto.
È una storia profondamente personale. A 33 anni, quando ho confessato a mia madre di essere gay, mi ha detto che forse anche mio padre lo era. Non so se sia vero. Il giorno dopo, mentre eravamo in auto per andare a trovare dei parenti, siamo passati davanti a un lago e lei ha detto che lì era affogato un certo Sam Lassiter. Poi mi ha spiegato che si trattava di un amico molto, molto stretto di mio padre quando erano entrambi poco più che adolescenti, lasciando intendere che avessero avuto una storia. Il Tennessee Williams che è dentro di me ha iniziato a farsi sentire e ho cominciato a pensare al copione di questo film.
Ball, oggi 63enne, ha poi rimarcato i cambiamenti avvenuti su piccolo e grande schermo in ambito rappresentazione LGBT nel corso degli ultimi due decenni.
Sono nato nel 1957, e da piccolo i gay in tv facevano sempre la parte dei cattivi. Durante la crisi dell’AIDS sono diventati vittime tragiche, mentre più tardi hanno ottenuo il ruolo dei migliori amici. Ai tempi del college guardavo una soap opera in cui uno dei protagonisti aveva fatto coming out con un amico, un momento emozionante. Ricordo che subito dopo tutti i personaggi erano andati in piscina e lui era il solo a non essersi tolto la maglietta. Credo che i produttori non volessero farci pensare che anche i gay avessero una sessualità, quelli erano i limiti dell’epoca. Sui diritti LGBT abbiamo invece raggiunto grandi traguardi, ma c’è ancora molto su cui lavorare. È necessario che a ognuno di noi, a prescindere dal colore della pelle o dell’identificazione di genere, vengano riconosciuti gli stessi diritti. Fino a quando ciò non sarà possibile, ci sarà da lottare.
Al fianco di Ball, da anni oramai, c’è l’amato Peter Macdissi, non solo compagno di vita ma anche creativo, sul set. Un rapporto consalidato, a tal punto che ‘ci capiamo al volo. Tra di noi va tutto bene, anche se a volte mi manda fuori di testa e viceversa‘.
Vinto l’Oscar a 43 anni con il capolavoro di Sam Mendes, che trattava il tema dell’omofobia e della mancata accettazione di sè nel lontano 1999, Ball in sala è poi di fatto scomparso. In 20 anni ha scritto e diretto per il cinema solo Niente velo per Jasira, prima di questo Uncle Frank presentato a gennaio al Sundance, mentre in tv oltre ai già citati Six Feet Under e True Blood ha creato Banshee – La città del male e la poco fortunata Here and Now – Una famiglia americana. Ora ammette di avere pronte “un sacco di sceneggiature che aspettano solo di essere realizzate“, oltre ad essere al lavoro su una miniserie e sulla puntata pilota di una serie tv.
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