Unioni civili: è tempo di bilanci. Quante ne sono state celebrate?
A fine settembre i dati de Il Sole 24 Ore parlavano chiaro: dal 29 luglio, data di emanazione del decreto ponte che ha di fatto sancito l’applicazione effettiva della legge, erano state celebrate solo 100 unioni civili. Moltissime però quelle prenotate: l’onda quindi stava iniziando a farsi sentire, se pur con leggero ritardo rispetto alle aspettative.
Stando ai nuovi dati, diffusi dal Corriere della Sera, a fine novembre sarebbero quasi mille le coppie unitesi civilmente: al primo posto sempre Milano, con più di 100 coppie già in registro e altre 300 in lista d’attesa (contro le 463 di settembre). Bene anche Napoli, Sicilia e Sardegna, con un alto numero di celebrazioni: benino Roma e Bologna, che per problemi burocratici e ritardi sono ancora indietro rispetto ad altre grandi città. Nella capitale a settembre c’erano già 150 coppie prenotate, ora pare siano più del doppio.
Un altro dato è emerso: le coppie spesso preferiscono restare riservate, non chiedono il congedo matrimoniale e non voglio rendere pubblica la notizia della loro unione civile. “C’è ancora un po’ di paura“, rivela un funzionario pubblico al quotidiano. Per la legge sulle unioni civili infatti non è prevista la pubblicazione.
Si prevede che con l’emanazione dei decreti definitivi, ormai vicinissima (LEGGI >), il numero prenderà un’impennata: molti infatti gli aspetti che verranno chiariti, dalle trascrizioni dei matrimoni contratti all’estero alle unioni civili con cittadini stranieri. Le cosiddette “situazioni particolari” infatti provocano ancora vari problemi ai Comuni, che non sanno come agire in determinati casi.
Sempre secondo i sondaggi del Corriere, a unirsi civilmente in questi primi mesi sono state soprattutto coppie anziane: basti ricordare Franco e Gianni (VIDEO >) o Maria Laura e Lidia a Roma solo alcuni giorni fa (FOTO >). L’esigenza di tutelarsi infatti era diventata troppo impellente per alcune di loro.
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Siamo in un Paese finalmente libero dopo anni di promesse ideologiche a sinistra ora anche per i gay e finalmente abbiamo la libertà di unirci civilmente godendo di tutti i diritti matrimoniali tranne l’adozione. Ma libertà non è mai una costrizione bensì la possibiità di scegliere. Chi non vuole pubblicizzare la propria unione è libero di farlo e non è che abbia paura, forse non ama fare cerimonie. Chi lo vuole fare darà tanto lavoro ai wedding planner evviva. Speriamo presto che un giorno ci sia anche la libertà di adottare soprattutto i figli che vengono cresciuti dalla coppia gay e che oggi sono cittadini di serie B.