Stando a quanto anticipa il numero de L’Unità in edicola oggi, sarebbe già pronto il testo che legalizzerà le coppie gay che il Pd intende proporre al Parlamento. Si tratta, come del resto aveva anticipato lo stesso Renzi durante le primarie per la segreteria del partito, di un modello simile a quello tedesco, che non si chiamerà matrimonio e non prevederà la possibilità di adottare bambini. Il partner, però, potrà adottare i figlio del proprio compagno, o della propria compagna, avuti da relazioni precedenti, punto sul quale nutre perplessità il Nuovo Centro Destra di Alfano e Giovanardi. Le coppie potranno all’ufficio di stato civile in un apposito registro per le “unioni civili”. Previsti anche “patti di solidarietà per le coppie eterosessuali che decidono di non sposarsi.
Per quanto riguarda i diritti, sarebbero garantiti la reversibilità della pensione in caso di decesso di uno dei due partner, il diritto alla successione, il diritto di assistenza in ospedale in caso di malattia e quello di accedere alle graduatorie per l’assegnazione di case popolari.
Il testo nasce dalla fusione delle proposte presentate in commissione giustizia del Senato dai senatori Pd Sergio Lo Giudice, Giuseppe Lumia e Andrea Marcucci, e sarebbe già pronto per affrontare la discussione in aula dove la relatrice sarà la senatrice Monica Cirinnà. Sulla proposta, ci sarebbe l’accordo del M5S, o almeno di parte di esso.
Favorevole al modello alla tedesca che il testo rispecchia, anche Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme che ha dichiarato: “Inutile la contrapposizione ideologica, altrimenti non si arriverà mai a dare diritti agli omosessuali”. L’anticipazione de L’Unità arriva due giorni dopo le dichiarazioni di Renzi all’assemblea del suo partito dove aveva promesso una legge sulle unioni civili a settembre.
Sebbene restino ancora molti i punti da chiarire, come ad esempio i requisiti richiesti per l’iscrizione allo stato civile e le modalità, non si sono fatte attendere le reazioni tra i detrattori dei diritti lgbtq. La Manif Pour Tous, ad esempio, affida a Facebook il suo primo commento e giudica “inaccettabile” la proposta del PD perché “la differenza tra ciò che è famiglia e ciò che è un’unione affettiva, non può tradursi in una mera differenza di nome”. E annuncia battaglia.
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