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Renzi: “A settembre le unioni civili”. Arcigay: “Nessuna mediazione”

Dall’assemblea del Pd, il premier fissa una scadenza. L’ultimatum di Romani a Renzi.

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Durante l’assemblea nazionale del Pd in corso a Roma, il premier Matteo Renzi ha annunciato che a settembre il governo varerà una legge sulle unioni civili.
“A settembre, dopo la riforma della legge elettorale – ha dichiarato il segretario del Pd e primo ministro -, realizzeremo un impegno preso durante le primarie, un impegno vincolante e lo faremo d’accordo con esponenti della maggioranza e Parlamento: quello sui diritti civili”.
L’impegno a cui fa riferimento Renzi è quello per una forma di unioni civili alla tedesca , che non prevede tutti i diritti contemplati dal matrimonio vero e proprio e non fa cenno alle adozioni. Allora, era dicembre, gli esponenti del lgbtq del Pd più vicini a Renzi, avevano parlato di una proposta da lanciare entro tre o quattro mesi . In più, quando Renzi, da neosegretario del Pd, lanciò la proposta, le reazioni delle associazioni e della comunità lgbtq non furono entusiastiche. Flavio Romani, presidente di Arcigay, l’aveva definita “inaccettabile e fuori dal tempo” .

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In una nota diffusa oggi, lo stesso Romani ha dichiarato: “Che il Pd sappia conciliare la rapidità con il pieno principio di uguaglianza nel legiferare sulle unioni tra persone dello stesso sesso”. “I tempi sono in realtà dettati dall’alto” ha aggiunto Romani, riferendosi alla recente sentenza della Corte Costituzionale che il presidente definisce “un ultimatum” dato al Parlamento. E avanza delle perplessità, Romani, sulla strada che il governo sceglierà di seguire in tema di coppie dello stesso sesso. “Ci si farà guidare dal principio di uguaglianza, cioè dall’articolo 3 della nostra Costituzione – si chiede Romani -, o ancora una volta si tenterà di definire i nostri amori come meno importanti e perciò meno degni di fronte alla legge? Che risposte verranno date alle tantissime famiglie omogenitoriali italiane che da anni attendono un riconoscimento pieno”?. E questa volta, l’ultimatum lo lancia Arcigay. “Su questi punti bisogna essere chiari e inequivocabili -conclude Romani -: per noi non c’è possibilità di mediazione. La data l’abbiamo già segnata da qualche giorno in agenda, non mancheremo all’appuntamento di settembre”.

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