Tra i soci fondatori del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, di cui è stato presidente negli anni ’80, Vanni Piccolo, oggi 80enne, è un pezzo di storia LGBT nazionale. Nei giorni scorsi Vanni ha ricordato sui social quanto accaduto 35 anni or sono, in piena lotta all’AIDS, quando capì quanto fosse importante prendere parte ad una campagna tutta italiana per fare il test contro l’HIV. Vanni ha pubblicato un fotogramma tv di oltre 35 anni fa, quando diventò testimonial di quella campagna, in un momento in cui andare in televisione come gay dichiarato era cosa assai rara.
“Il fotogramma fa parte di un servizio andato in onda su Rai2 nel programma Medicina 33 il 19 maggio 1985, con il mio nome e cognome, Presidente del Circolo di cultura omosessuale “Mario Mieli”“, ha ricordato Vanni, in quel preciso fotogramma al cospetto del dottor Giuseppe Ippolito, oggi Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”, che insieme al dott Gianni Rezza, attualmente Direttore Generale della Prevenzione presso il Ministero della salute, era un giovane ricercatore.
In quel tempo Beppe Ippolito e Gianni Rezza erano due giovani ricercatori dello Spallanzani che per conto dell’ISS e in collaborazione con l’Osservatorio epidemiologico regionale, diretto dal dott Carlo Perucci , chiesero, tramite il Circolo Mario Mieli, alla comunità omosessuale romana, di collaborare ad un’indagine per monitorare lo stato di diffusione dell’AIDS. Per un attimo ci sentimmo cavie, ma il senso civico di responsabilità prevalse e scegliemmo consapevolmente di collaborare con la Scienza, scrivendo un importante capitolo di storia.
Oggi 80enne, Vanni ha ricordato quella campagna in funzione del vaccino al Covid-19, appena arrivato anche in Italia. Dicendosi pronto ad una vaccinazione pubblica, nel caso in cui dovesse servire, per fare sensibilizzazione.
Sono soggetto a rischio per aver subito nell’ultimo anno due operazioni a cuore aperto e affrontato un tumore. A cui si aggiunge già da febbraio un lungo periodo di isolamento e da maggio vivo in totale solitudine. E certamente non è stato, e non lo è ancora, facile. Lo stato di solitudine per una persona anziana è una situazione alienante. E questa situazione viene raccontata poco. Tutti parlano di anziani, ma gli anziani sono soli. Oggi c’è un vaccino che molti di noi stanno aspettando con ansia religiosa. E proprio per la mia storia, essendo già stato testimonial contro un virus, voglio esserlo ancora. Voglio essere testimone di un impegno civile . Per questo mi propongo come testimonial del vaccino contro il coronavirus, dichiarandomi pronto a farmi vaccinare in pubblico. Soprattutto per fugare i dubbi delle persone che come me, a causa dell’età, hanno bisogno di un risultato felice.
Parole che Valerio Colomasi Battaglia, Presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, ha così voluto celebrare.
La storia di Vanni è un pezzo della storia del movimento LGBT+ italiano. Un movimento che negli anni ’80 ha scelto di mettersi al servizio della collettività per combattere un male sconosciuto e terribile: l’AIDS. Il dolore di quest’anno ha ricordato a tant* di noi quegli anni difficili. Tutto è diverso eppure anche questa volta la via di uscita da questo momento difficile passa dall’impegno e dal sacrificio di tante persone che si mettono al servizio della collettività.
Per questo il messaggio di Vanni è straordinariamente bello e vogliamo farlo nostro, sostenendo il suo desiderio di dare, ancora una volta, il proprio contributo al benessere collettivo. Grazie Vanni e grazie a tutte quelle persone favolose che hanno scritto la nostra storia.