Sembra una storia proveniente dal passato, invece è pura attualità. Una coppia di genitori si è vista togliere per la seconda volta i propri figli con la scusa inaccettabile che i giocattoli utilizzati con i propri figli fossero “inadatti per età e per ruolo di genere, lasciando il maschietto libero di giocare con le bambole e la femminuccia con le macchinine”.
La vicenda, denunciata dallo studio legale Miraglia di Modena, ha inizio nel 2019 quando, a causa del bullismo subito dal figlio, i genitori decidono di cambiare la sua scuola. Nel momento in cui vengono attivati i servizi sociali emerge però che dietro quel bullismo c’è una situazione familiare di disagio, il primo motivo per cui entrambi i figli vengono allontanati dai genitori e inseriti in comunità protette o presso le cure di famiglie affidatarie.
I figli possono vedere i genitori soltanto mediante degli incontri saltuari ed è proprio qui che scatta la seconda decisione di tenere nuovamente lontano i genitori.
Secondo quanto afferma l’avvocato Pasqualino Miraglia su Il Corriere del Veneto: “Per i Servizi sociali e per gli operatori della comunità che accoglie i ragazzi era buono solo il comportamento dei genitori affidatari, attenti a differenziare i giochi in base al genere. Lasciar giocare i figli indistintamente, così come i bambini volevano fare, è stato addebitato ai genitori naturali come fatto inadeguato e pregiudizievole in vista di un possibile rientro dei bambini nella famiglia di origine”. L’avvocato prosegue nell’intervista del Corriere del Veneto dicendo: “Questa è una mentalità che instilla nei minori comportamenti e idee esclusive, non certamente inclusive, e soprattutto lesive della libertà di ognuno. A questo si aggiunga il fatto che i Servizi sociali, contrariamente ad ogni principio di buon senso e di legge, anziché favorire il rientro a casa dei due bambini, lo stanno ostacolando in ogni modo, riducendo gli incontri con mamma e papà, in maniera che sia più facile per loro staccarsi dalle figure genitoriali e affezionarsi ai genitori affidatari”.
Lo studio Miraglia ha richiesto l’intervento del deputato veneto Alessandro Zan e del Tribunale per i minorenni di Venezia chiedendo una “immediata revoca dell’attuale collocamento dei due bambini e il loro rientro presso l’abitazione familiare; oltre che la sostituzione degli attuali operatori incaricati del Servizio sociale”.
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