L’estate sta arrivando anche per i senatori della Repubblica, entrati di fatto nell’ultima settimana di lavori prima delle ferie. Oggi alle ore 14:30 si è tenuta la conferenza dei capigruppo che ha deciso le sorti del DDL Zan, ufficialmente rinviato dopo mesi di ostruzionismo, aberrante dibattito e richieste di modifiche da parte di Lega, Forza Italia e Italia Viva.
Proprio i renziani hanno provato fino all’ultimo la carta del DDL subito al voto, con oltre 1000 emendamenti a pendere sul capo del provvedimento, quattro dei quali firmati IV. Ma la proposta del senatore Davide Faraone è stata respinta. Nessun accordo al ribasso e voto immediato per poi posticipare il provvedimento all’autunno. La conferenza dei capigruppo ha detto no, con Pd, 5 Stelle e LeU irremovibili. Dopo Faraone, Scalfarotto e Bellanova, che nei giorni scorsi hanno cavalcato il copia-e-incolla per criticare il Pd, anche Elena Bonetti, incredibilmente ministra alle Pari Opportunità e alla Famiglia, ha chiesto a gran voce il voto immediato, millantando inesistenti aperture a sostegno delle loro proposte di modifica al DDL.
Sulle nostre modifiche al ddlZan c’era apertura. È strumentale la posizione del PD, che ne ha fatto una bandiera. Oggi possiamo approvare la legge, ma a questo punto per qualche altra convenienza si rimanda. Si vada invece al voto.
Ad aprire alle modifiche proposte di IV sono Lega e Forza Italia, con Pd, 5 Stelle e LeU contrari a qualsiasi proposta escludente nei confronti delle persone transgender. Non a caso la Lega tende la mano a Italia Viva, per bocca di Ostellari, che ha avuto il coraggio di chiedersi, “sul ddl Zan perché aspettare? Apriamo il confronto e lavoriamo sul testo: gli italiani attendono una buona legge che difenda tutte e tutti da discriminazioni e violenze. Noi ci siamo“. Surreale, se a dirlo è colui che per mesi ha tenuto in ostaggio il DDL in commissione giustizia, provando in ogni modo a fermarlo, ad affondarlo. Surreale, se a dirlo è il senatore di un partito che ha presentato circa 700 emendamenti contro il DDL, la stragrande maggioranza dei quali unicamente ostruzionistici.
Ma il DDL Zan non tornerà in senato prima di settembre, ora è ufficiale, se non addirittura ottobre, ovvero dopo le amministrative nelle grandi città. Nell’attesa, il ‘patto di ferro’ Lega-IV appare sempre più evidente, rumoroso e alla luce del sole, come rivelato tra i denti da Matteo Salvini nella giornata di ieri: “Renzi? Non lo sento da tempo. L’ultima volta ci siamo sentiti sul Ddl Zan“. I due Matteo, l’uno al fianco dell’altro per mettere alle strette il Pd, sulla pelle di un’intera comunità.
Una comunità che preferirebbe alcuna legge ad una brutta legge, come certificato dai movimenti e dal nostro sondaggio.
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La dovuta , giusta , riforma del processo penale ( sic!) è stata approvata con votazioni notturne alla Camera , ogni commento è superfluo !