Sabato sera su Rai 3 è andata in onda una nuova puntata di ‘Alla Lavagna!‘, trasmissione nelle scorse settimane finita nel centro delle polemiche a causa della partecipazione di Vladimir Luxuria.
Tra le più accanite contestratici Daniela Santanché, senatrice di Fratelli d’Italia protagonista proprio dell’ultima puntata del programma Rai. Dinanzi ad una classe di bimbi, l’ex passionaria di Forza Italia ha lasciato sgomenti gli spettatori: “Il denaro è l’unico vero strumento di libertà. I soldi servono a essere liberi. Il mio papà ha insegnato a me e ai miei fratelli che chi paga comanda, pagare i propri conti vuol dire comandare”.
Parole che proprio Vladimir, due settimane dopo l’accesissimo scontro tv da Massimo Giletti, ha fortemente criticato, nel corso della trasmissione radiofonica Circo Massimo, su Radio Capital.
“Ho visto la puntata e ho sentito una donna che alla domanda di un bimbo ‘cosa sono i soldi per lei’ ha creato il Dio denaro. ‘Il denaro è l’unico strumento di libertà e solo chi paga comanda’. Questo è il grande insegnamento della Santanchè, ha voluto dire ai bimbi che solo se sei ricco, e neanche importa come. E’ un’offesa a tutte le persone che si fanno un mazzo così, lavorando da mattina a sera, che devono sentirsi schiavi di un datore di lavoro?“.
Un concetto, quello della libertà legata ai soldi, da far tremare i polsi, con Vladimir che ha con poche parole nuovamente replicato a dovere alla senatrice Santanché. “La libertà è uno stato mentale. Una persona si può sentire libera se è felice, se ha una certa cultura. Io mi sento libera perché sono me stessa, perché quando mi guardo allo specchio io sono a posto con la mia coscienza. Questa gente potrà utilizzare tutti gli argomenti che vuole, ma io mi sento libera perché sono a posto con la mia coscienza. E quando mi guardo allo specchio mi dico, ‘Vladi, va bene così’“.
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Egregia Senatrice Daniela Garnero Santanchè. Vorrei commentare le risposte che lei ha dato, nella puntata di 'Alla lavagna' andata in onda su RAI 3, ad una bambina che le ha chiesto : “Cosa vuol dire per lei il denaro?”. La sua risposta è stata: “È l'unico vero strumento di libertà. I soldi servono ad essere liberi. E poi il mio papà, soprattutto, mi ha insegnato, a me e ai mie fratelli, che chi paga comanda... Pagare i propri conti vuol dire anche comandare”. Le propongo la lettura di alcune citazioni: 1) Costituzione art. 1: “L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo...”. 2) Costituzione art. 3: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. 3) Vangelo di Giovanni cap. 8, 31-32: “Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi»”. Mi limito, di seguito, a due commenti: a) Sdoganare l'assunto che: “Il denaro sia l'unico vero strumento di libertà” e che di conseguenza: “I soldi servono ad essere liberi” è affermazione arbitraria e sostanzialmente falsa. La Costituzione Italiana si assume il compito di: “Rimuovere gli ostacoli di ordine economico... che limitando di fatto la libertà... impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Il Vangelo di Gesù inoltre ci indica la strada: “La verità vi farà liberi”. Questa affermazione, in una accezione puramente laica, è stata il faro di una moltitudine di liberi pensatori (filosofi, letterati, politici, scienziati, artisti...) che hanno speso la loro vita per la ricerca della verità e hanno lasciato in eredità, alle generazioni che li hanno succeduti, le loro idee e il frutto del loro sincero impegno. b) “Chi paga comanda”. Anche qui la Costituzione Italiana ci indica la strada: “La sovranità appartiene al popolo”. E ancora: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli... che impediscono... l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Non aggiungo altro, non ve ne è bisogno. dott. Augusto Bellesia, Reggio Emilia