58 anni, Alick Banda è arcivescovo di Lusaka, in Zambia, e nelle ultime settimane ha fatto clamore per il suo sconsiderato attacco alla comunità LGBTQ+ del Paese africano.
In una lettera pastorale pubblicata integralmente dallo Zambian Observer, Banda ha parlato di “piaga sociale” in riferimento all’omosessualità, con “il tentativo di promuovere nel Paese le tendenze LGBTQ contrarie alle leggi e alla cultura dello Zambia“. “Sono aumentati anche gli incidenti di sodomia, nei quali ragazzi e uomini vengono violentati impunemente da altri ragazzi e uomini“, ha aggiunto l’arcivescovo. “Sfortunatamente, le forze dell’ordine e il Presidente, che ha giurato di proteggere la Costituzione, sembrano chiudere gli occhi“.
Banda ritiene “necessario agire contro il proliferare dell’omosessualità e di altri vizi“, che a suo dire corroderebbero “il tessuto della nostra società“. L’arcivescovo ha invitato i fedeli “a pregare e digiunare contro tutti questi vizi che sembrano essere accettati dalle autorità esistenti”, appellandosi così a Maria: “Interceda per noi affinché la nostra vita diventi sale per scongiurare la degenerazione morale e luce per illuminare il mondo dalle tenebre del male”.
Una lettera che ha suscitato clamore in patria, con la Conferenza episcopale dello Zambia che ne ha inizialmente preso le distanze, sottolineando come “sebbene la Chiesa non accetti le tendenze omosessuali, gli omosessuali non sono criminali e quindi non devono essere criminalizzati. Restano degli esseri umani, anche se non accettiamo le loro tendenze”.
Posizione da molti criticata, tanto da costringere il segretario generale Francis Mukosa ad una rettifica: “In linea con l’insegnamento di lunga data della Chiesa cattolica, la Conferenza episcopale dello Zambia sente il dovere di fornire una guida e di conseguenza affermare la propria posizione sull’omosessualità di fronte alla confusione che si sta diffondendo. La Conferenza episcopale dello Zambia ribadisce e riafferma quanto affermato nel Catechismo della Chiesa Cattolica sull’omosessualità. Basandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta gli atti omosessuali come atti di grave depravazione (Cf. Gen 19,1-29; Rm 1,24-27; 1Cor 6,10; 1 Tm 1,10), la tradizione ha sempre affermato che “gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati”. Sono contrari alla legge naturale. Chiudono l’atto sessuale al dono della vita. Non procedono da una genuina complementarietà affettiva e sessuale. in Nessun caso possono essere approvati”.
La Conferenza episcopale dello Zambia ha infine ricordato come l’omosessualità sia “contraria al proposito e al piano di Dio per la sessualità umana“, con la Chiesa “chiamata a fornire adeguata assistenza e accompagnamento a tutti i suoi figli che sbagliano, compresi quelli con tendenze omosessuali, affinché imparino a fare ciò che è giusto davanti a Dio e agli uomini”.
In Zambia l’omosessualità è ancora oggi illegale, così come in decine di altri Paesi nel mondo, con pene che arrivano fino ai 14 anni di carcere.
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