In diretta Facebook con i propri follower, Alessandro Zan ha illustrato le ultime notizie sulla legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo. Partendo proprio da quanto visto al Maurizio Costanzo Show con Giorgia Meloni, protagonista di un teatrino che ha fatto infuriare il deputato Pd.
Giorgia Meloni, come al suo solito, ha inscenato una vera e propria ipocrisia, per quanto si stia parlando della pelle, della vita delle persone LGBT aggredite. Meloni da Costanzo si è prima indignata e a seguire, non potendo dire di essere a favore dell’omofobia, ha spostato il focus, cercando di denigrare la legge. Parlando di cose molto gravi. Ha detto che con questa legge ai bimbi di 7 anni si faranno scambiare i vestiti per scoprire l’omosessualità. È una balla colossale. La legge dice che durante la giornata mondiale contro l’omotransfobia si metteranno in campo azioni dove i genitori, insieme ai prof e agli studenti, ci saranno insegnamenti per il rispetto di tutte le differenze. Se interveniamo nelle scuole facendo passare l’idea che la differenza sia ricchezza, otterremmo dei cittadini del futuro migliori, più inclusivi. La cosiddetta teoria gender, balla cosmica messa in campo da chi vuole che prosegua la discriminazione, nasce per far paura alle persone, ai genitori. Quando una leader politica, una donna in politica, che ha subito essa stessa un attacco misogino da parte di un docente universitario, dovrebbe in quanto donna che fa politica e vittima di misoginia dirsi favorevole a questa legge. Misoginia e omotransfobia son collegate tra loro, si saldano, sono figlie di un pregiudizio patriarcale, sessista. Il meccanismo è lo stesso, oggi ho chiesto sia a Costanzo, via sms, che a Barbara D’Urso, inascoltato, di dar vita a un contraddittorio in questi casi. Che ci sia qualcuno che conosca la legge e che dica a queste persone che stanno dicendo delle balle. Si indignano in tv e in parlamento fanno di tutto per affossare la legge. Lo fanno poi nel modo più vergognoso, falsificando i contenuti della legge. Ecco perché sono indignato per quanto avvenuto.
Zan ha poi affrontato anche il ‘caso’ Tommaso Zorzi, criticato ad ampio raggio per aver taciuto dinanzi alle menzogne della Meloni: “Non voglio parlare male di Tommaso Zorzi, certo poteva dire qualcosa. Non può una vicenda dare un giudizio complessivo sull’impegno e sulla vita di una persona. Tommaso avrà tutto il tempo per continuare la sua azione positiva a favore della comunità LGBT. Quel che non accetto è che una politica racconti grandi bugie mistificando la realtà sulla pelle delle persone che vengono aggredite. Questo mi manda in bestia. Lei non è che dice “io voglio una legge ma diversa da questa”. Lei dice proprio “una legge non ci deve essere”, ed è grave. E non è vero che il reato già c’è. Non esiste un reato contro l’omotransfobia. La Francia ha una legge simile da 17 anni, e noi stiamo ancora a sentire la Meloni“.
Archiviata la Meloni, Zan ha fatto il resoconto attuale sullo stato in cui si trova la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, approvata alla Camera lo scorso 4 novembre. Sono passati 5 mesi, nel mezzo c’è stata la pandemia e un nuovo Governo, una maggioranza più ampia che comprende la Lega e Forza Italia. Il parlamento continua a fare il suo lavoro e il DDL Zan, lo ricordiamo, è una legge di iniziativa parlamentare, per cui il Senato sarebbe pronto per iniziare l’iter. Non c’è neanche una mancanza di volontà politica, perché PD, 5 Stelle, Movimenti per le Autonomie, Italia Viva e LEU, che hanno votato la legge alla Camera, sono pronte a votarla anche al Senato, dove si stanno aggiungendo senatori e senatrici di Forza Italia. “In Senato avremmo la maggioranza per votarla“, ha precisato Zan.
E allora perché l’iter non inizia? Facile a dirsi. Si legge e si scrive Lega.
Il presidente della commissione giustizia del Senato, il leghista Andrea Ostellari, non ha ancora incardinato la legge. Essendo presidente della commissione giustizia dovrebbe tener conto delle maggioranze che si tengono in commissione, e invece per la 2a volta non ha incardinato la legge dinanzi alla 2a richiesta di più partiti. Non solo, ha sconvocato la riunione prevista in settimana. Qualcuno ha dubitato che la sconvocazione dell’ufficio di presidenza fosse legata all’aggressione di Valle Aurelia, con il presidente che pur di non calendarizzare la legge non ha voluto convocare l’ufficio. La prossima settimana, sempre di mercoledì, ci sarà un’altra convocazione dell’ufficio di presidenza. Se anche in quell’occasione, a fronte di una nuova forte richiesta, Ostellari non incardinerà la legge, significherà che ci sarà una forzatura democratica. Anche se leghista, il presidente della commissione giustizia del Senato deve incardinare la legge se richiesto dalla maggioranza. Mercoledì vedremo cosa accadrà. Se Ostellari non incardinerà la proposta di legge, i capigruppo chiederanno un intervento della presidenza del Senato, perché non è possibile che un presidente blocchi l’iter di una legge sulla base di una convinzione personale. Ostellari sta dimostrando di voler frenare la legge, gli diamo il beneficio del dubbio fino a mercoledì prossimo. Se continuerà a non calendarizzare la legge, dovremo protestare. Il Parlamento è sovrano, e deve essere libero di poter dire se vuole o non vuole questa legge. E noi i numeri per approvarla ce li abbiamo.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.