Vladimir Putin, zar di Russia, ha stravinto le elezioni presidenziali con oltre il 70% dei voti, con un’affluenza al 63,7% e un quarto mandato che lo vedrà governare incontrastato il Paese fino al 2024, quando avrà 72 anni.
Mai c’era stato un simile plebiscito, che fa ovviamente gridare ai brogli e alla censura preventiva nei confronti di qualsiasi oppositore, per un trionfo che rende Vladimir Putin sempre più influente e potente a livello globale. Un incubo a occhi aperti purtroppo prolungato per tutte le persone LGBT di Russia, da circa 18 anni letteralmente perseguitate dallo Zar Vladimir.
Cinque anni fa, come dimenticarlo, fu proprio Putin a volere l’ormai celebre legge contro la ‘propaganda gay‘, che numeri alla mano ha più che raddoppiato i reati di odio nei confronti delle persone omosessuali in tutto il Paese. Arresti, minacce, eventi culturali cancellati, censure cinematografiche, televisive e musicali e manifestazioni soppresse, con 200 omicidi in 5 anni a sfondo omofobo. Lo scorso anno intervistato da Oliver Stone, Putin negò qualsiasi discriminazione nei confronti dei gay, sottolineando come ‘Dio ha deciso, dobbiamo preoccuparci dei tassi di natalità nel nostro Paese, dobbiamo rafforzare la famiglia tradizionale’. ‘La Russia riconosce e non viola i diritti delle persone che hanno un orientamento sessuale non tradizionale‘.
Negli anni Putin ha attaccato le adozioni per le coppie dello stesso sesso (‘non posso dire che sia accolta favorevolmente dal nostro elettorato’), rimarcando come ‘i bambini potranno scegliere liberamente se crescere in una famiglia tradizionale o non quando saranno adulti‘. Dinanzi all’alto tasso di reati omofobi, il presidente Vladimir ha parlato di dati tarocchi, ‘fatti circolare da altri Paesi‘, per poi preferire tacere dinanzi alle purghe omofobe cecene, senza mai intervenire direttamente per provare a monitorare un omocausto che avrebbe causato decine di vittime.
La speranza, come confessato da Elton John, è che Putin possa allentare la presa nei confronti degli omosessuali russi, tornando a dar loro dignità e diritti, affinché quanto avvenuto negli ultimi 5 anni non si debba ripetere nei prossimi sei.
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