Europride 2022 a Belgrado, la libertà europea ha vinto sui sovranisti: ecco com’è andata – VIDEO

6000 poliziotti per fermare gli estremisti di destra: l'Unione Europea e gli attivisti hanno fatto di tutto per dar vita al primo evento LGBTI+ europeo nei Balcani.

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europride belgrado
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Tra minacce di cancellazione a pochi giorni dal via, l’arresto di oltre 60 militanti di estrema destra e un clima tutt’altro che sereno, l’EuroPride di Belgrado si è svolto in “forma ridotta” il 17 settembre, sotto il cielo uggioso di una città ultramilitarizzata.

 

 

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Per la premier serba Ana Brnabic, dichiaratamente lesbica, era necessario garantire la maggiore sicurezza possibile in previsione di probabili incidenti. L’Europride a Belgrado è infatti il primo a tenersi in territorio Balcanico.

Noi crediamo che questo sabato sia d’importanza storica per la comunità Lgbtiq della Serbia e della regione” ha dichiarato il comitato organizzatore, invitando i manifestanti a fare appello al proprio legittimo diritto di “disobbedienza civile”

Migliaia di persone, attivisti e allies della comunità LGBTQIA+ hanno partecipato coraggiosamente, unendosi alla marcia per le strade della capitale serba, e, sebbene si prevedesse il peggio, non vi sono stati particolari incidenti se non qualche scontro con gli oppositori – prontamente soppresso dalle forze di polizia.

Secondo il Ministero degli Interni Serbo, quasi 6000 poliziotti in uniforme antisommossa, accompagnati dal personale di sicurezza, hanno circondato la parata e marciato insieme ai partecipanti nell’area intorno alla Corte Costituzionale, nel cuore di Belgrado.

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A poche ore dalla partenza, il ministro Aleksandar Vulin aveva lanciato un monito durissimo a chiunque intendesse disrompere la parata: “Non tollereremo alcun tipo di violenza nelle strade di Belgrado, men che meno marce illegali di oppositori”.

Secondo le principali agenize di stampa Europee, oltre 60 oppositori anti-LGBTQIA+ sono stati arrestati a seguito degli scontri durante la parata, che non hanno comunque raggiunto l’obiettivo di disperdere l’Europride e intimidire i partecipanti.

 

Un gruppo di circa venti persone è stato visto marciare esponendo simboli sacri e icone religiose, tentando poi di scavalcare il cordone della polizia e raggiungere il cuore dell’EuroPride.

Gli oppositori avrebbero volutamente calpestato le bandiere arcobaleno, organizzato sessioni di preghiera e lanciato pesanti invettive contro i partecipanti. Le forze dell’ordine, tuttavia, sarebbero riuscite a disperdere gli oppositori in pochi minuti.

I media serbi hanno riportato altri incidenti lievi, tra cui un gruppo di oppositori subito dispersi dalla polizia in tenuta antisommossa vicino alla Slavija Square. Anche qui, l’obiettivo era quello di raggiungere il cuore della parata e intimidire i partecipanti.

L’incidente che ha destato forse più preoccupazione è stato quello che ha coinvolto un gruppo di hooligans vicino a Sava Temple: qui, gli oppositori avrebbero lanciato esplosivi e tentato di accendere molotov per lanciarle alla polizia. L’azione, comunque, è stata subito interrotta dalla polizia.

Sono qui per difendere le tradizioni serbe, la fede e la cultura che i sodomiti vogliono sovvertire” avrebbe dichiarato Andrej Bakik, a capo di un gruppo di oppositori che ha marciato “pacificamente” in parallelo all’Europride circondato da un cordone di polizia.

Le minacce di cancellazione dell’Europride

A fine Agosto, il presidente serbo Aleksandar Vucic aveva annunciato la cancellazione dell’Europride di Belgrado. Vucic si era dichiarato “estremamente preoccupato” per la sicurezza dei manifestanti, a seguito delle pesanti pressioni subite dai militanti di estrema destra e dagli esponenti integralisti della Chiesa Ortodossa.

In questa occasione, aveva fatto scandalo la facilità con cui Vucic aveva ceduto alle minacce dei gruppi oppositori.

Comprendo che i diritti della comunità LGBTQIA+ nei Balcani siano, proprio in questo momento, sotto attacco e minacciati. Non è un atto di codardia cedere alle pressioni: semplicemente, a un certo punto, bisogna scendere a un compromesso”.

La risposta alla dichiarazione del leader serbo da parte degli organizzatori dell’Europride e dalla Corte Europea è arrivata subito: la cancellazione di un evento Europeo per la comunità LGBTQIA+ è una diretta violazione della Convenzione per i Diritti Umani, nella fattispecie in ambito di protezione delle minoranze sessuali. Gay.it aveva intervistato Goran Miletic del Belgrado Pride, che in un botta e risposta video ci aveva spiegato come e perché fosse necessario e doveroso andare avanti, nonostante il tentativo dei sovranisti di ostacolare e impedire lo svolgimento di un Europride nel cuore dell’Unione Europea. Qui l’intervista in formato testuale, integrale. In fondo alla pagina l’intervista video.

La decisione di cancellare l’Europride è quindi stata prontamente ritirata a fine Agosto, e l’evento ha visto la luce giovedì 15 settembre invece che il 12, anche grazie a un intervento congiunto di oltre 20 ambasciate su territorio serbo che hanno incalzato le autorità.

La Serbia non è sicuramente uno dei paesi più accoglienti per la comunità LGBTQIA+: il matrimonio tra persone dello stesso sesso è illegale, e l’omofobia è ancora profondamente radicata a causa della pesante influenza della chiesa ortodossa. Qualche passo avanti, però, c’è stato.

Anche grazie all’Unione Europea, alla quale la Serbia ha fatto richiesta di adesione.

 

 

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