Gus Kenworthy, che ha ufficializzato il suo coming out come gay circa un mese e mezzo fa, continua a (far) parlare di sè e della sua vita “prima (e dopo) del coming out“. In quest’occasione parla di com’è vivere la vita “in the closet” (da non dichiarati), e ne parla come qualcosa di terribile.
Il 24enne olimpionico Gus Kenworthy ha detto, in una recente intervista a US Weekly, che usciva con le ragazze per mantenere ‘la facciata’ e sembrare cool; ha dichiarato (traduco per voi):
Uscivo con le ragazze per avere cose da dire ai ragazzi, per sembrare figo ai loro occhi. Ma c’erano delle volte che, ammetto, quando rientravo da serate con ragazze piangevo. Ero arrivato al punto dove non potevo più continuare a mentire, ero preoccupato perchè temevo che sarei stato etichettato come “lo sciatore gay” e che ogni cosa che avrei potuto fare o dire sarebbe stata presa maggiormente di mira per la mia vera natura. Ho una forte fan base di ragazze e non volevo deluderle.
Le paure di Gus Kenworthy si sono diradate subito dopo il suo coming out, che ha avuto un meraviglioso effetto su di lui e dal quale ha ricevuto solo critiche positive e supporto, da fans e non. Ha rivelato:
Sono stato sconvolto da tutto il supporto che ho ricevuto, ed è assurda la quantità di gente che si è dichiarata gay con me dopo che l’ho fatto io, anche altri atleti non dichiarati. Mi sento di aiutare anche io, ora, a combattere contro gli stereotipi gay, perchè sono il primo a fare uno sport (sci) tendenzialmente non connesso alla sfera gay.
Vivere da non dichiarati è difficile, e da tutte queste storie che abbiamo modo di pubblicare e farvi conoscere, ma è molto più difficile che vivere da dichiarati, per noi stessi.
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