Ungheria, la legge omotransfobica di Orban davanti alla Corte di giustizia: parte la petizione delle Ong

La richiesta è che almeno 20 Paesi membri dell’UE si schierino contro le politiche anti-LGBT ungheresi

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Lo scorso luglio il giornale ungherese Nepszava dava l’annuncio che la legge promossa dal governo contro la propaganda LGBTQ+ nei confronti dei minori era stata trasmessa alla Corte di giustizia europea con l’accusa di essere una legge fondamentalmente omostransfobica. L’Unione Europea si è subito mossa per sanzionare l’Ungheria qualora la legge non venisse revocata, nel tentativo di difendere la comunità LGBT locale vittima delle politiche d’odio di Orban.

Le normative dell’Unione Europea, infatti, prevedono che tutti gli Stati membri debbano garantire negli ambiti prestabiliti nei vari trattati e direttive l’uguaglianza tra le persone eterosessuali e omosessuali. Nei mesi trascorsi dalla notizia, l’Ungheria non ha mostrato la minima intenzione di revocare o modificare la legge che, Orban continua a sostenere, non è contro l’omosessualità. I fatti dicono tutt’altro, e così nella giornata di lunedì 13 febbraio è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea il documento contenente la procedura di infrazione con cui l’Ungheria comparirà di fronte alla Corte di giustizia nell’imminente processo.

La mossa di Bruxelles, che si è subito attivata contro le politiche omotransfobiche di Orban, ha fatto seguito a una petizione organizzata da tre Ong che operano per i diritti umani e civili della comunità LGBTQ+ nel mondo. Si tratta di Forbidden Colours Háttér Society e Reclaim, che con la petizione vogliono spingere almeno 20 Paesi membri dell’UE a schierarsi contro l’Ungheria e la sua legge contro la propaganda LGBT, dando vita a un’azione congiunta che dia voce e protegga la comunità queer ungherese.

 

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La ministra belga per gli affari europei, Hadja Lahbib, ha commentato: «La lotta alla discriminazione basata sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e l’espressione di genere è sempre stata una priorità per il nostro Paese. Vediamo che i diritti della comunità LGBTQI+ sono sottoposti a crescenti pressioni in molti luoghi, anche in Europa. Ciò ci è stato chiarito nuovamente la scorsa settimana durante un incontro con altre organizzato su mia richiesta durante la mia visita in Ungheria».

Secondo la proceduta di infrazione iniziata da Bruxelles, con la legge contro la propaganda LGBTQ+ l’Ungheria ha violato gli “obblighi che le incombono in forza del diritto dell’Unione”:

  • “Nel prevedere il divieto che i minori accedano a contenuti che promuovono o presentano la deviazione dall’identità di genere corrispondente a quella assegnata alla nascita, il cambiamento di sesso o l’omosessualità”
  • “Nell’imporre ai fornitori di servizi di media che forniscono servizi di media lineari l’obbligo di classificare nella categoria V tutti i programmi il cui elemento definitorio sia la promozione o la presentazione della deviazione dall’identità di genere corrispondente a quella assegnata alla nascita, del cambiamento di sesso o dell’omosessualità, — e quindi l’obbligo di limitarne la diffusione tra le 22.00 e le 5.00 — e nell’escludere tale tipo di programmi dalla classificazione come comunicazione di interesse pubblico o pubblicità a fini sociali”
  • “Nell’imporre al Consiglio per i media (Médiatanács) l’obbligo di chiedere allo Stato membro avente giurisdizione sul fornitore di servizi di media che lo stesso adotti misure e azioni efficaci per porre fine alle violazioni riscontrate dal Consiglio per i media”
  • “Nel prevedere il divieto che le professioni relative alla cultura sessuale, alla vita sessuale, all’orientamento sessuale e allo sviluppo sessuale possano mirare a promuovere la deviazione dall’identità di genere corrispondente a quella assegnata alla nascita, il cambiamento di sesso o l’omosessualità”

Le Ong che hanno fatto partire la petizione si aspettano ora che i Paesi membri rispondano all’appello. Se così fosse, il caso dell’Ungheria diventerebbe la più grande procedura sulla violazione dei diritti umani mai portata davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea.

Per supportare la petizione promossa dalle Ong contro l’Ungheria è possibile firmare a questo link.

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