Valentina Petrillo atleta trans ipovedente vince il bronzo alle Paraolimpiadi di Parigi

La storia di Valentina diventerà un film. Scatenate le frange terf: "Hai rubato il terzo posto a una donna".

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Valentina Petrillo Paraolimpiadi Parigi 2023
Valentina Petrillo Paraolimpiadi Parigi 2023
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Valentina Petrillo, donna trans, atleta paralimpica affetta da malattia di Stargardt, ha vinto la medaglia di bronzo nella categoria T112 dei 400 metri alle  Paraolimpiadi in corso a Parigi. L’atleta italiana si è classificata dunque terza, con un tempo di 58.24, dietro alla cubana Omara Durand, prima con 52.82, e alla venezuelana Perez Lopez seconda con 57.88.

La vittoria di Petrillo ha immediatamente scatenato polemiche. L’associazione anti-abortista di ispirazione ultra cattolica ProVita, sul solco delle polemiche terf, parla in una nota di discriminazione verso le donne, indicando Valentina come un’altra atleta trans che, a detta del frantumato mix ideologico terf, sottrarrebbe spazio alle donne. Anche sui social, Valentina deve fare i conti con le atrocità dei commenti rilasciati sul suo account. “ti piace vincere facile?? A ridicolo” dice un utente appellandosi al maschile. Un altro scrive ” Vai Valentino“. Qualcuno, carico d’odio, commenta così: “che cesso! Manco primo tra le donne APPROFITTANDOSI della costituzione di un uomo!

Scrive Michael: “Hai derubato una donna biologica dal terzo posto. Non va bene. Non solo fai la cosa sbagliata contro le donne con il tuo egoismo, ma anche contro le trans persone. Smettila di competere contro le donne. Basta. Non va bene.

E ancora, in una forma sgrammaticata che lasciamo intatta: “Viviamo in un periodo ridicolo, non sono né razzismo ne omofobo ma facendo partecipare questa persona come donna, si discrimina tutto il mondo femminile per il politicamente corretto“. Appaiono anche commenti in inglese, scritti però da account italiani che sembrano troll: “unfortunately and unfair that you are competing with real women. That is really crazy“.

 

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Valentina Petrillo, nata il 2 ottobre 1973 a Napoli, è stata la prima donna transgender a partecipare a una competizione paralimpica femminile in Italia. La sua storia è attualmente al centro della produzione di un film documentario intitolato “5 nanomoli – Il sogno olimpico di una donna trans”, che era già stato annunciato in vista di Tokyo 2020.

Fin dalla giovinezza, Valentina ha praticato l’atletica leggera, ma ha dovuto interrompere a 14 anni a causa della diagnosi di sindrome di Stargardt, mutazione genetica che inibisce il funzionamento dei fotorecettori e causa una condizione di ipovedenza.

Dopo gli studi a Bologna, Valentina ha iniziato a far parte della squadra nazionale italiana di calcio a 5 per ciechi. A 41 anni, riprende l’attività sportiva e vince 11 titoli nazionali nell’atletica paralimpica nella categoria maschile.

Poi, nel 2019, intraprende un percorso di transizione di genere e adotta il nome di Valentina. Successivamente, partecipa per la prima volta nella categoria femminile ai campionati italiani paralimpici di atletica leggera l’11 settembre 2020. È la prima volta nella storia degli sport paralimpici in Italia, in cui una persona transgender ottiene tale autorizzazione.

Nell’ottobre 2020 Valentina Petrillo gareggia in una gara non-paralimpica e diventa la prima atleta trans a vincere un titolo italiano.

Nel 2021 Valentina rappresenta l’Italia ai campionati europei paralimpici, si classifica quinta.

Da quanto gareggia come donna trans, la carriera di Valentina è al centro di ripetute polemiche. Durante i Campionati italiani master indoor ad Ancona, un comitato di 30 atlete ha protestato e ha inviato una diffida alla FIDAL riguardo all’accesso di Valentina agli spogliatoi femminili a causa della sua anatomia maschile.

A causa delle minacce e degli insulti ricevuti via social, lo scorso marzo 2023 Valentina ha rinunciato alla partecipazione ai World Masters Athletics di Torun, in Polonia. La stessa organizzazione dell’evento ha suggerito a Valentina di non partecipare, al fine di garantire la sua sicurezza. (gf)

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