VENEZIA PORNO-ANARCHICA

Dal nostro inviato alla mostra del cinema. Sesso e scandalo per "Ken Park" di Clark e Lachman. Applausi per i freaks di Rosa von Praunheim in "Vacche ingravidate dalla nebbia".

VENEZIA PORNO-ANARCHICA - KenPark - Gay.it
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VENEZIA – Fuoriprogramma a Venezia 59: un gruppo di anarchici ha invaso la Sala Perla, regalando fiori finti e orsi di peluche al pubblico, suonando una chitarra, ridendo, gridando e cantando. Niente paura. Sono i protagonisti del film ‘Vacche ingravidate dalla nebbia‘ di Rosa Von Praunheim, tedesco, il più militante e attivista tra i registi gay contemporanei. Un vecchio hippy con lunga barba bianca, un ragazzo muscoloso con attillato tailleur nero e piedi nudi, una Pippi Calzelunghe en travesti, una lesbica darkeggiante che sembra Magenta del Rocky Horror e altri simpatici freaks hanno introdotto la loro bizzarra videostoria semiautobiografica, che ha divertito follemente il pubblico in delirio (dieci minuti di applausi). Componenti del Teatro dei Senzatetto di Berlino, i ‘Ratti 07’ si sono presentati facendo tirare giù i pantaloni a uno di loro che ha mostrato con orgoglio, disegnato sul sedere, la loro sigla ‘R7’.

VENEZIA PORNO-ANARCHICA - Vacche ingravidate - Gay.it

Anarchici per vocazione, sono tutti senza casa, alcuni hanno fatto l’esperienza del carcere, a molti mancano i denti. Hanno grande familiarità con alcool, droga e violenza.

Il film inizia come un documentario e spiega come si svolgono le attività teatrali del gruppo: poi diventa fiction e racconta di una psicanalista (Ute Plate) che vuole aiutare il gruppo e offre loro una villa in periferia dove vivere. In realtà, nella sua natura piccolo borghese, vuole solo riadattare i ‘falliti’ alla società e i Ratti si ribellano distruggendo tutto, prendendo la terapista in ostaggio e amministrando da soli la villa, vagando nudi nei campi dove mungono le vacche che trovano. Una lesbica russa anarchica vuole un figlio e cerca, con esiti comici, di ottenere dello sperma da un ragazzo del gruppo. "Mi vuoi sposare?" chiede alla compagna. "Grazie ma non sarò mai fedele".

I vicini però si lamentano, si ribellano e solo il magico intervento di un alieno arrivato dalla nebbia li salverà dalla loro ira. Anarchico e liberissimo formalmente al punto di sfiorare il grado zero del linguaggio cinematografico (girato in video come potrebbe fare una qualsiasi vecchina presa dalla strada, senza direzione della fotografia e con set solamente naturali) sembra una versione teutonica e sciroccata di ‘Idioti’ di Lars Von Trier, citato in una scena di spesa pazza al supermercato, e più che un atto d’accusa alla borghesia divorata dal consumismo è un’ode malinconica e sconsolata a una (impossibile) vita puramente bucolica e senza condizionamenti sociali.

Sarebbe sciocco giudicarlo per altri meriti (il dilettantismo dell’opera è quasi imbarazzante ma anche in questo sta il gioco dell’anarchia autoriale) ma queste ‘Mucche’ senza padrone vogliono essere soprattutto una riflessione politica su un movimento culturale che si identifica troppo facilmente con l’illegalità o con le ceneri del punk. "Come migliaia credo solo nella propaganda dell’azione" dice uno degli attori leggendo Bakunin. "In Europa ci sono tanti anarchici maltrattati costantemente dalle forze dell’ordine: ho visto donne incinte picchiate da poliziotti".

VENEZIA PORNO-ANARCHICA - KenPark2 - Gay.it

Torniamo su un altro film anarchico, il pornochoc ‘Ken Park‘ di Larry Clark e Ed Lachman in concorso ‘Controcorrente’. Ci voleva un film ‘oltre’ a scuotere le melmose acque della 59a Mostra del Cinema, poco incline a belle sorpese e quietamente avvitata su film convenzionali e già visti. Estremo, sgradevole, radicalmente e inevitabilmente ‘scandaloso’ sta titillando oltre modo la ‘pruderie’ della stampa nazionale. E chi è ancora convinto che ormai il sesso al cinema sia già abbondantemente sdoganato, avrebbe dovuto sentire i commenti choccati del pubblico (soprattutto il più giovane) alla fine della proiezione. E mai si era vista sullo schermo della Sala Grande una masturbazione in primo piano e in asfissia (il ragazzo si stringe il collo con la cintura dell’accappatoio) completa di abbondante eiaculazione. "L’attore James Ransone ha avuto più di un anno per prepararsi alla scena. E’ emotivamente devastante per un attore dare così tanto se stesso in un ruolo" ha dichiarato Larry Clark, che già nei precedenti ‘Kids’ e ‘Bully’ raccontava sesso, droga e soprattutto le miserie esistenziali di adolescenti californiani borderline. Qui si spinge ancora più in là e, ai limiti del voyeurismo, mostra un ragazzino che si fa la madre similBarbie rifatta della sua fidanzatina con un lungo e insistito cunnilingus e il marito di lei, ignaro, lo ammira compiaciuto vicino alla figlia in una idilliaca colazione da Happy Family. Un padre ossessionato dal body building teme che il proprio figlio sia gay ma una sera, ubriaco, lui stesso tenta di stuprarlo cercando di avere con lui un rapporto orale ("Stai tranquillo… sono papà". E al suo rifiuto: "Non mi ama nessuno!"). Una bella ragazza messicana è ossessionata dal padre religiosissimo devoto della moglie morta che la malmena quando la becca mentre si scopa un ragazzo legato al letto: lei si pente e subito dopo organizza un bel trio orgiastico con altri due. Un adolescente impressionato da foto di bambini africani scheletrici semplicemente perchè non hanno un nome uccide a coltellate il nonno perchè bara a Scarabeo e la nonna perchè è una ‘fottuta passiva’: si spoglia completamente, prende un coltello, li ammazza mentre dormono e lordo di sangue ha un’enorme erezione. Un ragazzino fan dello skateboard, detto Ken Park (che letto al contrario suona come ‘crap neck’, ‘collo di merda’ come veniva insultato), si suicida sul punto più alto della pista da skate sparandosi un colpo alla tempia e riprendendosi con la telecamera.

Meno riuscito di ‘Kids’ ma più coinvolgente di ‘Bully’, è interessante soprattutto nelle inconsuete scene di sesso, esplicite e originali (inquadrature bizzarre come un testicolo che spunta o il primissimo piano di un pene che orina in panoramica fino alla bocca che trangugia birra) ed è più ottimista (dopotutto l’unico che non si salva fisicamente è il ragazzo che dà il titolo al film). Il pubblico coinvolto e divertito gli ha regalato un lungo applauso. ‘Ken Park’, che ha avuto non pochi problemi di produzione, è stato venduto in Scandinavia, Portogallo, Grecia, Sudafrica e Thailandia, e ci sono contatti con due distributori italiani (rigorosamente top secret). Sarebbe osceno non comprarlo.

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