In Botswana un uomo gay ha citato il governo davanti alla suprema corte: proibire i rapporti omosessuali sarebbe incostituzionale.
Partirà dal Botswana il cambiamento dell’Africa? Nell’ex colonia britannica, un uomo noto come LM aiutato dall’organizzazione LGBTI Legabibo, ha fatto causa allo Stato per chiedere lo stralcio dei passaggi del codice penale in cui si bandisce l’omosessualità.
Come in molti Paesi del Commonwealth, anche in Botswana sono attive delle leggi di eredità coloniale che vietano i rapporti tra persone dello stesso sesso. Nonostante negli ultimi anni anche il governo inglese abbia rinnegato pubblicamente il permanere di queste norme, i gruppi religiosi locali e una società fortemente omofoba hanno mantenuto inalterato il quadro legislativo.
Nel caso del Botswana si chiede alla corte di far decadere i passaggi in cui si parla di “reati contro natura” e “rapporto carnale con una persona contro l’ordine naturale”, che possono portare a condanne fino a sette anni di reclusione.
Non è la prima volta che il Paese sudafricano si muove verso un orizzonte di maggiore inclusione delle persone LGBTI: già nel 2016 l’Alta Corte del Botswana ha dichiarato illegale il rifiuto del governo di registrare le organizzazioni a tutela della comunità LGBTI e negli ultimi mesi si sono registrati due casi di persone transgender a cui è stato riconosciuta la nuova identità di genere sui documenti.
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