Sesso occasionale: quando dire no?

Quando ho iniziato a stufarmi di stare peggio dopo.

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pink narcissus
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Il sesso occasionale piace a tanti ma pochi sanno farlo.

È un’incognita dalle derive imprevedibili, un tuffo nel vuoto che potrebbe finire con i fuochi pirotecnici o la peggiore serata della vostra vita. Chi sono i peggiori nemici del sesso occasionale? Fretta, smania, e totale incapacità comunicativa.

Le dating app, inclusa quella maligna con la mascherina gialla che conosciamo tutti, ci abituano ad un sesso pret à manger, un catalogo selezionabile secondo i nostri gusti personali: a differenza di Deliveroo, è tutto gratis e proprio per questo il risultato non è sempre quello sperato. È una pietanza dal sapore sconosciuto, che possiamo fiutare con la forza della nostra immaginazione e cieco ottimismo, fin quando non ce la ritroviamo davanti.

Come ogni tuffo nel vuoto, non ci si schianta sempre malissimo: se i pianeti si allineano e il destino è dalla nostra parte, senza alcuna reale previsione vinciamo alla lotteria e per qualche indefinita congiunzione di eventi, facciamo effettivamente del gran sesso, svoltando la giornata. Altre volte, il piatto non è quello che volevamo: non che sia difettoso o sbagliato, semplicemente ci eravamo fatti un’altra idea.

Quando siamo uno davanti all’altro in carne d’ossa, non possiamo sparire nell’etere e nemmeno fingerci morti come con i grizzly. Potremmo avere un improvviso mal di pancia o essere molto più stanchi di quanto credevamo zero virgola cinque secondi fa, ma forse non siamo degli attori così bravi. Tra l’altro quello ha fatto il tragitto fino qui, magari a tarda notte e con zero gradi, solo perché in chat vi eravate promessi zozzate che a dirle ad alta voce ora vorreste solo ibernarvi.

Allora tanto vale farcela andare bene. Nel migliore dei casi, si rivelerà un’esperienza mediocre per entrambi, che potrà rendervi più arrapate e incazzate di prima. Nel peggiore dopo vorrete scartavetrarvi col sapone, cambiare le coperte spruzzando il muschio bianco nella stanza e cancellare ogni odore, archiviando quell’esperienza in qualche angolo oscuro della vostra mente. È in quel caso potremmo chiederci: era davvero più faticoso dire no?

Una volta un ragazzo ha continuato ad offrirmi limoncello tutto il tempo fin quando non avevo troppo sonno da volermene tornare a casa. Un altro iniziò a raccontarmi la storia della sua vita per poi dirmi che si stava facendo tardi. Un altro ancora si è disattivato l’account quando ero proprio sotto casa sua.  In ogni caso, tutto era più difficile che dire no.

Giusto o sbagliato, capisco le difficoltà: perché se è vero che non abbiamo ricevuto un’educazione sessuale manco a pagarla e nessuno ci ha mai detto che ci si può tirare indietro anche un secondo prima e non siamo tenuti a fornire giustificazioni, è ancora più vero che nessuno ci ha insegnato a parlare.

Chiederci la geolocalizzazione e scambiarci le foto del cazzo è veloce e indolore, ma dirci ad alta voce che non ci va più è troppo imbarazzante e richiede quella fetta di vulnerabilità che non siamo pronti ad offrire. Come faccio a dirgli che non mi piace dal vivo (dopo averci parlato su una piattaforma basata al 99% sul nostro impatto estetico e personali fantasie)? Paradossale, eh?

Una volta un ragazzo a cui ho detto no mi ha scritto nei minuti successivi: “Solo per sapere, ma cosa avevo che non andava?” Gli avrei detto che nelle foto portava la barba mentre dal vivo no e questo potrebbe aver influito, ma sapevo troppo bene che non era davvero quello il problema. Perché non c’era motivo di trovargli dei difetti solo perché non corrispondeva alle mie fantasie.

Non posso dirti che c’è qualcosa che non va in te se non soddisfi l’immaginario che mi sono creato nella testa. Un immaginario, per altro, contaminato da retaggi stupidi e ingenuità che sto cercando ancora a riconsiderare, con tutti luoghi comuni che si portano dietro.

Ho imparato a dire di no quando ho iniziato a stufarmi di stare peggio dopo non averlo fatto. Quando mi sono accorto che quell’imbarazzo non è sufficiente per volermi togliere la pelle nelle ore successive. Soprattutto mi sono accorto che posso dire no a qualunque ora del giorno, che posso essere volubile, insicuro, e spesso irremediabilmente cretino, ma non ho firmato nessun contratto quando ti invito a casa mia.

È un esercizio quotidiano e potrei sempre cascarci di nuovo. Credere che fare sesso quando non mi va è sempre meglio che dire la verità, ma soprattutto tradire il motivo principale per cui mi andava così tanto di farlo: per stare bene.

 

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