Foto: Joseph Cardo (Vanity Fair)
Nella notte di San Lorenzo si è spenta Michela Murgia.
Aveva 51 anni, ed era una delle scrittrici e attiviste transfemministe più importanti del nostro paese. Aveva cominciato a salutarci molto prima, parlando apertamente di quel carcinoma renale che ormai le lasciava pochi mesi, vivendolo davanti a tuttə noi con orgoglio, sagacia, e onestà. Come ha sempre fatto.
Ma sebbene ci avesse avvertito, il colpo è arrivato ancora più forte, per un addio a cui nessunə era davvero pronto.
“L’avevi annunciato al mondo che la fine era incombente. A me lo avevi detto passeggiando per Trastevere, in un pomeriggio in cui ci siamo fatti mille confidenze. L’avevi detto che andavi via da questo mondo” scrive in un post Instagram Nichi Vendola “Eppure è così difficile pensarti immersa nel silenzio, per ora e per sempre, tu che eri una sacerdotessa della parola. Ed è così triste concepire la tua morte, cioè l’assenza del tuo corpo e dei tuoi occhi, la perdita della tua voce, dei tuoi pensieri e delle tue invenzioni: perchè tu hai riempito di bellezza e di intelligenza la tua e la nostra vita“.
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Vendola ricorda la scrittrice come ‘l’annuncio più vitale e allegro’ e ‘una ribelle della rivoluzione queer’ oltre che ‘oppositrice intransigente’ a qualunque forma di fascismo.
“Sei stata una ispirazione radicale, per me e per tanti, un esempio di libertà, di autonomia intellettuale, di limpidezza morale. Per me, lo dico col cuore spezzato, sei stata una protezione, una consolazione, un nutrimento. Cara Michela, piango per te che voli via e per noi che restiamo”.
La scrittrice Chiara Valerio la saluta come “la zarina di tutte le Russia. e lo scoglio di scauri”, ricordando che “anche se morta, i legami che ha stretto, intessuto, e disegnato rimangono qui, annodati”.
“Michela Murgia scriveva con qualsiasi cosa, parte, persone, pensieri, ingredienti delle ricette, opere, omissioni e numero del lotto” scrive Valerio “Per Michela Murgia scrivere è stato insomma un modo di vivere, e di questa attitudine danno testimonianza, per tutti coloro che non l’hanno conosciuta, e ancora non la conoscono, i suoi libri e i suoi profili social. Come ha scritto Marina Cvetaeva, in questa stanza ci sarà sempre una sedia vuota di te”.
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Si aggiungono anche voci e associazioni della comunità, per cui Murgia si è sempre battuta apertamente e costantemente dando voce e spazio a chi non ce l’ha. Per moltə è stata il ponte verso nuove consapevolezze, permettendo di maturare riflessioni e messe in discussione a cui non eravamo ancora abituatə.
“Murgia ha dato all’opinione pubblica di questo paese, pigra e conservatrice, la possibilità di evolvere, di migliorare, di imparare a leggere la realtà da un punto di vista meno scontato e banale, più complesso e progressista. E lo ha fatto usando le parole in modo sublime” scrive l’attivista LGBTQIA+ Alessia Crocini “Siamo orfane. Da oggi questa voce si spegne e non c’è nessuna che ne prenderà il posto con la stessa energia, vitalità, e postura”.
Come scrive Arcigay, avremmo bisogno delle sue parole, eppure proprio adesso non riusciamo a trovarle: “Sei stata sorella, complice, maestra” scrive l’associazione su Instagram, definendola una pioniera che a volte passava a suonarci la sveglia. Concludono: “Il nostro arcobaleno ti accompagni in questo ultimo viaggio e consoli le tantissime persone che ti hanno amato e che oggi ti piangono”.
Antonia Monopoli, attivista e responsabile dello Sportello Trans Ala Milano, la saluta come una stella che brilla di una luce ancora più immensa di quando era in terra, ringraziandola per tutto: “Guidaci da lassù e ti prego brilla sempre in modo che noi possiamo continuare a guardare la tua luce”.
Il giornalista Simone Alliva ricorda che in Italia non esiste una donna come Michela Murgia, e che “non esiste un modo di spiegarla a chi non l’ha conosciuta”.
Vladimir Luxuria scrive che si erano messaggiate da poco e non poteva prevedere che sarebbe successo tutto così velocemente: “Un grande dolore e un’immensa e troppo precoce perdita” twitta l’attivista “Ci mancherà il tuo pensiero acido e mai banale”.
#michelamurgia ci eravamo messaggiate da poco e non potevo immaginare che tutto precipitasse così velocemente: un grande dolore e una immensa e troppo precoce perdita. Ci mancherà il tuo pensiero lucido e mai banale #RIP
— vladimir luxuria (@vladiluxuria) August 10, 2023
Monica Cirinnà ci ricorda come fino alla fine, Murgia abbia lottato per “un mondo migliore, fatto di rispetto, amore, comunione, e condivisione”.
Non manca nemmeno il mondo della televisione: da Geppi Cucciari che ricorda l’ultimo sorriso di una donna luminosa, scrivendo: “Lo porterò sempre con me“. A Simona Ventura che saluta “una donna speciale e padrona delle sue idee“, fino a Luciana Littizzetto che dichiara “Non so come faremo a stare senza di te. Ci hai insegnato a vivere e anche a come morire”.
Roberto Saviano la saluta solo con una foto e il titolo del film di Mario Caserini: “Ma l’amor mio non muore“.
L’ultimo saluto a Michela Murgia sarà domani alle 15:30 presso la Basilica di Santa Maria in Montesanto (Chiesa degli Artisti), presso Piazza del Popolo, 18, a Roma.
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