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Ragazzo trans di 17 anni aggredito: “Ero abituato agli insulti, ma non erano mai arrivati a tanto”

L’aggressione si è svolta in Via Enaudi a Cisterna, in provincia di Latina.

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Eccole, le conseguenze dei linguaggi d’odio, che in Italia non possono essere puniti per legge, verso la comunità LGBTQIA+. La pericolosissima retorica deumanizzante – in questo caso verso le persone transgender – costa ogni giorno a tantissime persone sicurezza e serenità.

Una di queste persone è proprio Thomas, ragazzo di 17 anni aggredito, qualche giorno fa, da alcuni coetanei al grido di “lesbica di merda”. Una escalation che durava da mesi, dal momento in cui Thomas aveva intrapreso il suo percorso di transizione, accettando, a suo malgrado, le malelingue e le ingiurie riservategli da un piccolo paesino in provincia di Latina.

Tuttavia – secondo il racconto della vittima – non si era mai arrivato a tanto.

Gli aggressori – due minorenni – hanno esordito urlando, dal finestrino della loro minicar, “Magari riaprissero di forni crematori”. Un commento orribile da tutti i punti di vista, a cui Thomas si era però abituato. “Lesbica di merda” hanno poi continuato, lanciandogli contro un sasso e ferendolo alla guancia.

Il tutto è successo in Via Einaudi, ironicamente proprio davanti alla panchina arcobaleno inaugurata dal Comune lo scorso maggio, simbolo dell’impegno per la lotta all’omobitransfobia.

Thomas ha dichiarato, in un video su TikTok, di conoscere i suoi aggressori, e di essere ormai abituato a essere preso di mira. Tanto da aver cominciato ormai a ignorare i continui insulti lanciati dall’altra parte della strada. Tuttavia, questa volta è andata diversamente.

Mesi e mesi di molestie sono sfociate in un’aggressione che ha lasciato a Thomas ferite non solo a livello fisico, ma anche emotivo. Ed è stato il campanello d’allarme che lo ha portato, una volta per tutte, a denunciare i colpevoli.

Tuttavia, come ben sappiamo, l’hate speech i crimini d’odio verso la comunità LGBTQIA+ in Italia non sono riconosciuti come tali.

«È la terza aggressione omofoba che ricevo – racconta Thomas – Non augurerei mai ai vostri figli, sorelle, fratelli, e fidanzati di provare ciò che in questi anni questa città ha fatto provare a me. A 13 anni avevo il terrore di passare per le strade e di camminare, per il rischio che subivo, a partire da insulti, minacce e addirittura botte, ma a 18 anni no, non lo concepisco, non lo comprendo».

Anche i genitori di Thomas si aspettavano che, prima o poi, un episodio del genere accadesse. Ed è la condizione in cui vivono tantissime persone transgender in Italia oggi, vittime di una legislazione che non fa nulla per tutelarle.

In questo caso, la vittima ha la fortuna di poter contare su una rete di supporto solida. Tra poco, Thomas diventerà maggiorenne, e avrà la possibilità d’intraprendere un percorso di affermazione di genere che finalmente potrà convalidare ciò che prova da sempre.

«Quando ha iniziato a vedere il suo cambiamento, intorno alla prima media, non è stato facile dirlo a noi, ma neanche ai suoi coetanei. Molti l’hanno deriso ed escluso, ma tanti altri amici e amiche le sono rimaste vicino e si frequentano ancora oggi» ha raccontato sua madre, che ha da sempre mostrato il proprio incondizionato supporto al figlio del suo percorso di transizione.

Chiudendo con una nota positiva, c’è da dire che l’intero comune di Cisterna si è stretto attorno a Thomas per dargli il supporto che merita in un momento così difficile. L’amministrazione comunale ha espresso la sua solidarietà, e tutta la comunità si è unita per mostrare vicinanza alla comunità LGBTQIA+, vituperata ancora una volta dall’ignoranza e dalla violenza di coloro che non solo non vogliono comprendere, ma addirittura distruggere.

«La giovane età delle persone coinvolte deve interrogare la nostra comunità sul lavoro educativo e culturale da svolgere insieme alla scuola e alle famiglie perché simili fatti non si verifichino mai più», spiega il sindaco Valentino Mantini.

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