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DDL Zan, imbrattata la sede di Arcilesbica: la solidarietà di Meloni e Adinolfi

Se a tenderti la mano, per puro opportunismo politico e ideologico, sono due personaggi da sempre dichiaratamente distanti dalla nostra comunità, qualche riflessione autocritica sarebbe forse cosa buona e giusta.

DDL Zan, imbrattata la sede di Arcilesbica: la solidarietà di Meloni e Adinolfi - Arcilesbica contro il DDL Zan - Gay.it
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La sede di Arcilesbica Nazionale a Bologna è stata imbrattata con la scritta ‘arcistronze‘, firmata ‘RABBIA TRANS‘, e il nome di Arcilesbica cancellato con della vernice nera. A denunciare quanto avvenuto Cristina Gramolini, presidente di ArciLesbica, associazione da mesi in guerra contro le persone transgender e dichiaratamente contraria al DDL Zan, per come è stato approvato alla Camera.

Ecco il clima che si respira nel movimento“, ha denunciato Gramolini. “Niente di tutto questo fa parte della genuina cultura lgbt, fatta di ironia tagliente, leggerezza, dissacrazione intelligente: nessuno ha più il diritto di discostarsi dall’agenda trans dell’autocertificazione di genere, né da quella gay dell’utero in affitto, in particolare le donne sono rispettate solo se la approvano. Gli insulti scritti sui muri della sede dipendono proprio dal fatto che ArciLesbica appoggia la legge contro l’omotransfobia ma con una richiesta di emendamenti sul ddl Zan. Rattrista assistere alla penetrazione nella comunità lgbt di forme di intimidazione crescente che fanno pensare ai metodi dell’antagonismo che sta cercando di intestarsi anche la nuova generazione di femministe. Minacciare fisicamente le donne è roba di altre sponde politiche, un fenomeno di non facile interpretazione è sotto i nostri occhi”.

Detto che insulti e intimidazioni sono sempre indifendibili, Cristina Gramolini dovrebbe contare fino a 1000 e farsi un piccolo esame di coscienza prima di pronunciare parole come “genuina cultura lgbt“, visto quanto detto da Arcilesbica negli ultimi anni nei confronti della comunità stessa. D’altronde i primi ad esprimere solidarietà ad Arcilesbica, neanche a doverlo specificare, sono stati Giorgia Meloni e Mario Adinolfi.

“Solidarietà ad Arcilesbica Nazionale, la cui sede è stata imbrattata con indegni insulti a firma “Rabbia Trans”. La loro grave colpa sarebbe quella di aver criticato alcuni punti del DDL Zan, motivo che evidentemente ha infastidito qualche intransigente “difensore dei diritti e delle libertà”. Alla faccia della lotta alle discriminazioni”, ha scritto la leader di Fratelli d’Italia, presta salita sul carro per vomitare contro il DDL Zan e la nostra comunità.

“Tutto somiglia a quel che fecero i fascisti prima di varare le leggi fascistissime del 1926 per incarcerare gli oppositori”, ha proseguito Mario Adinolfi. E se a tenderti la mano, per puro opportunismo politico e ideologico, sono due personaggi da sempre dichiaratamente distanti dalla nostra comunità, qualche riflessione autocritica sarebbe forse cosa buona e giusta.

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