Sophia Wallace, 38 anni, è una giovane artista concettuale americana che vive a New York ed è diventata famosa per la sua opera multimediale Cliteracy (letteralmente “governo della clitoride”) dove parla di cittadinanza, sessualità, corpi e democrazia.
Cliteracy si propone di smantellare i tabù associati ai genitali femminili e femminilizzati. Nella parte dell’opera centrata sulle parole, Sophia Wallace dichiara a gran voce “100 leggi naturali” sulla clitoride, che dovrebbero essere ormai ovvietà e di cui, tuttora, non si parla quasi mai, ad esempio:
..se la clitoride è un organo conosciuto, come mai non vediamo mai sue rappresentazioni grafiche?
…la maggior parte delle donne raggiunge l’orgasmo, soltanto con la stimolazione della clitoride
1998 – la Dottoressa Helen O’Connell dimostra che la clitoride è molto più larga e complessa di quanto creduto fino a quel momento
Ma la Wallace vuole dimostrare ancora di più, dichiarando ulteriormente:
La terra non è al centro dell’universo e il pene non è il suo asse
La penetrazione con un pene è soltanto uno degli innumerevoli modi di far sesso
Sophia Wallace incorpora l’uso di immagini, video e tecniche miste con il fine di esplorare l’alterità, studiare la diversità e porre l’attenzione sullo smantellamento del concetto di identità, e rappresentare il concetto visivamente. Nelle sue opere, infatti, è centrale il tema dell’impatto visivo e di come il senso della vista abbia un notevole impatto sul genere e sulla sessualità.
Nel video di presentazione di Cliteracy, con gli XX come colonna sonora, la Wallace spiega come la sua opera multimediale esplori un paradosso la cui formulazione è geniale:
Com’è possibile che i corpi delle donne siano sempre, costantemente, ossessivamente sessualizzati e che, allo stesso tempo, l’ignoranza sul loro effettivo funzionamento sia così generalizzata e pervasiva?
Com’è possibile che, nonostante secoli e secoli di discorso ininterrotto sulla sessualità delle donne,tuttora gli studi sull’effettivo funzionamento dei corpi delle donne sono ancora agli inizi e sono così scarsamente finanziati?
Cliteracy vuole contribuire a uscire da questo paradosso, attraverso la divulgazione del sapere sulla clitoride come perno del piacere femminile e, per farlo, si serve di diverse forme espressive: street art, scultura, performance per “guardare il mondo attraverso la clitoride“ e persino un clitrodeo (in foto) che, come potrete facilmente immaginare, si differenzia da un rodeo tradizionale perché le persone cavalcano una clitoride.
Tra tutte queste forme espressive, come ricorda Soft Revolution, quella più incisiva è comunque il pannello intitolato “Cliteracy: 100 Natural Laws” dove si leggono le 100 leggi naturali che dovrebbero essere ovvietà e di cui, tuttora, non si parla quasi mai. E ci ricorda l’importanza del piacere, anche politicamente:
Dov’è la libertà in un sesso che non ci procura orgasmi?
Ma, almeno questo, fortunatamente, non sembra essere un problema per le donne che vanno con le donne.
Se tutto questo non fosse bastato a farvi innamorare di questa artista così originale, consigliamo di dare un’occhiata alle sue serie fotografiche, anche queste orientate verso la decostruzione del binarismo di genere. On Beauty, per esempio, fa riflettere sulla bellezza con fotografie uomini in pose femminili; in Truer, sono raffigurati alcuni momenti della storia d’amore che Sophia ha avuto con una persona F to M e, infine, in Bodies That Matter, si affronta la materialità dei corpi.
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