NEW YORK – Tra i tanti carri che domenica scorsa hanno partecipato alla Gay Parade, quello che sicuramente ha lasciato perplessi gli oltre 400.000 spettatori che assiepavano le transenne lungo tutto il percorso e’ stato il carro del gruppo "Pink Pistols". Con oltre 2.350 membri e 30 sedi in 22 stati americani, questo gruppo incoraggia i gay all’uso delle armi per difesa personale. "Ci siamo dedicati – recita il portavoce – all’uso legale, e responsabile delle armi da fuoco, per autodifesa. La maggior parte della gente adesso sa che i membri della nostra comunita’ (gay) puo’ essere armata".
"Pink Pistols" fu fondato nel luglio del 2000 dall’ingegnere Doug Krick di Boston dopo che nel marzo dello stesso anno sul Salon Magazine era uscito un articolo dello scrittore gay Jonathan Rauch – adesso giornalista del National Journal – nel quale prescriveva l’uso delle armi come unica cura della violenza anti-gay. Un articolo che seguiva di pochi giorni la storia di Tom Palmer, uno studente di Washington. Mentre si trovava a San Jose’ in California insieme al suo amico, furono assaliti da 20 delinquenti che all’urlo "Sporchi froci, dopo che avremo finito non riusciranno nemmeno a riconoscere i vostri corpi!", iniziarono a picchiarli a sangue. Se Palmer non avesse avuto nel suo zaino una pistola semi-automatica: "Ci avrebbero torturati fino ad ammazzarci" come dichiarò lui stesso, al commissariato di polizia dopo essere stato medicato all’ospedale. Palmer, però, non aveva sparato un colpo. La sola vista della pistola aveva fatto scappare i delinquenti.
Ma l’uso delle armi a difesa personale, lascia i gay liberali americani molto nervosi e perplessi: "Io, noi tutti siamo anti-armi – dichiara Clarence Patton del New York’s Gay and Lesbian Anti-Violence Project – perché siamo certi che le pistole non servono a risolvere il problema, anzi ne creano di maggiori". Le fa eco Sue Hyde della Gay and Lesbian Task Force in un’intervista al "Southern Voice": "Non credo proprio che armandoci sia la risposta giusta a una sottocultura di odio nei confronti dell’omosessualità".
Doug Krick da parte sua ribatte in maniera che lascia sicuramente molto amaro in bocca "Dio fece gli uomini, la Colt ha fatto tutti gli uomini uguali". Una frase che se riletta durante la giornata di Domenica 30 giugno suonava estremamente cacofonica. E il rosa si tingeva tutto d’un tratto di rosso sangue.
Ma cosa pensano al riguardo gli omosessuali newyorkesi? Abbiamo provato a fare un giro di domande in uno dei pochi locali gay della citta’ frequentati sia da uomini che da donne. Il risultato e’ stato che su dieci intervistati di sesso maschile 6 hanno dichiarato che non avrebbero mai il coraggio di sparare a qualcuno, 3 hanno ammesso di portare la pistola abitualmente con loro, 1 ha spiegato che se l’avesse con se rischierebbe di usarla anche quando non ce ne sarebbe ragione, in quanto troppo emotivo. Il discorso cambia per quanto riguarda le lesbiche. Anche se nessuna ha ammesso di averla, tutte le intervistate erano dell’avviso di imparare ad usarla: "Non perche’ mi sia mai trovata in casi di razzismo nei mie confronti – ha dichiarato una giovane del New Jersey – ma semplicemente per difesa personale. Anche se fossi etero penserei che sia utile avere una pistola a portata di mano, soprattutto quando esco la sera". E nel frattempo Jeton Ademaj, 30, portiere di un palazzo sulla Fifth Avenue, sta organizzando l’apertura della sede "Pink Pistols" di New York City: "Così – ha spiegato – la gente potrà unirsi e supportarsi anche a vicenda nella difesa del proprio diritto di libertà".
di Sebastiano Giannoni – da New York
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