Il Libano è il primo Stato arabo a celebrare un’intera settimana all’insegna dell’orgoglio LGBT, anche se le minacce provenienti da un gruppo salafita hanno provocato l’annullamento di qualche evento.
Proud Lebanon, gruppo no-profit che promuove i diritti egualitari, avrebbe dovuto ospitare un evento culturale la scorsa domenica (il 14 maggio, giorno inaugurale della Pride Week a Beirut) ma dopo le minacce ricevute dall’Association of Muslim Scholars, un gruppo salafita, questo e altri eventi sono stati annullati.
Poco male, a detta di Bertho Makso, direttore dell’associazione: “Questa settimana, comunque, rappresenta una svolta clamorosa per le persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. È un grande risultato, un’intera settimana ancora in corso di attività in tutta la città. Raggiungiamo più persone e diffondiamo tolleranza” ha raccontato alla Thomson Reuters Foundation.
L’articolo 534 del codice penale libanese (dove si parla di “atti che contraddicono l’ordine della natura“) prevede pene fino ad un anno di reclusione e i sondaggi rilevano che la maggioranza della popolazione rifiuta l’omosessualità, eppure Beirut sta facendo dei passi in avanti importanti – ad esempio un giudice, qualche mese fa, ha deciso che l’omosessualità non è un crimine ma una scelta personale – e questa settimana LGBT (che si concluderà il 21) è un’altra dimostrazione.
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Sarebbe utile anche qui da noi come stanno facendo in Germania dove insegnano agli immigrati musulmani rispetto per le donne e per gli omosessuali facendo ben capire loro i valori della società liberale occidentale. Purtoppo questo è oggi l'Islam ed è nemico come ideologia ai gay e ai loro diritti