Fino ad oggi, le due gemelline non esistevano per lo Stato italiano.
Ancora una volta i giudici del tribunale dei Minori di Milano hanno ordinato agli uffici dell’Anagrafe del Comune di riconoscere le due gemelline, e indicare come genitori i due padri. La coppia, inizialmente, si era vista rifiutare il riconoscimento di entrambi. L’operatore, al tempo, aveva proposto di registrare solo una persona, ovvero il padre biologico, come indicato nel certificato di nascita.
Le due gemelline sono nate attraverso la pratica della gestazione per altri in California. Il giudice americano aveva indicato entrambi i due uomini, ma questo non valeva in Italia. Per avere il riconoscimento anche nel Belpaese, il Comune doveva trascrivere l’atto di nascita inserendo entrambi i nomi.
Due mesi di battaglie legali per l’ordine dal tribunale di Milano
Dopo il rifiuto del Comune, i due uomini si sono rivolti ai legali di Rete Lenford, sempre in prima linea nelle cause riguardanti i diritti della comunità LGBT+. Il ricorso al giudizio di un Tribunale era l’unica strada percorribile, a questo punto, per ottenere quello che spettava di diritto alla nuova famiglia. E proprio per questo motivo, gli avvocati Giacomo Cardaci, Manuel Girola e Luca di Gaetano si sono attivati, presentando la questione al giudice.
“Ancora una volta, la magistratura tutela gli interessi di due bambine che, fino ad ora, vivevano l’intollerabile condizione di straniere in patria” hanno spiegato i legali della coppia. Rete Lenford ha sottolineato che senza il riconoscimento, le bimbe si trovavano in uno stato “di pura clandestinità giuridica. I loro diritti e doveri sia di figlie sia di cittadine italiane era in grave pericolo“. I legali hanno poi affermato che: “Le bambine non erano registrate all’anagrafe e la loro invisibilità giuridica era fonte per loro di seri pregiudizi, destinati ad aggravarsi nel corso del tempo“. Difatti, in assenza della trascrizione nei registri italiani, le bambine non potevano contare sull’assistenza sanitaria o iscriversi agli asili nido.
“Il provvedimento del Tribunale di Milano conferma come anche in Italia la genitorialità delle persone omosessuali abbia trovato riconoscimento attraverso la giurisprudenza: penso alla trascrizione di atti di nascita formati all’estero, come in questo caso, e anche alla registrazione della nascita in Italia di figli di coppie di donne nonché all’adozione ex art. 44, c. 1, lett. d) della legge n. 184/1983. L’augurio è che anche il legislatore possa fare presto passi in avanti in questa direzione, a partire dalla riforma in senso inclusivo dell’istituto dell’adozione”, conclude la Presidente di Rete Lenford avv.ta Miryam Camilleri.
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