Ben Hodge ha fatto coming out come persona non binaria a 14 anni. Ma dentro di sé ha capito subito che era qualcos’altro, che il pronome che voleva che gli altri usassero nei suoi confronti non era “loro”, bensì “lui”. Aveva capito di essere un ragazzo transessuale. Al liceo, però, non aveva la forza e il coraggio di uscire come transessuale, preferendo tenere per sé questa sua consapevolezza, per paura della reazione degli amici e del personale.
Tutto è cambiato a 20 anni, quando finalmente è andato al college. I nuovi amici, un nuovo ambiente e la voglia di iniziare una nuova vita gli ha fato la forza di uscire come ragazzo transessuale, facendosi chiamare appunto Ben e chiedendo ad amici, professori famiglia di usare i pronomi maschili. E’ stato un passo davvero coraggioso, data la natura cattolica del college.
Ma la reazione è stata positiva. Queste le parole di Ben, dopo il suo coming out come ragazzo transessuale:
Quando ho lasciato il liceo e sono andato in un altro college, l’ho visto come un nuovo inizio ed ero pronto per uscire. Mi sono reso conto di essere molto più maschile e identificato più come maschio che non come non-binario. Nel mio nuovo college sono uscito come transessuale e ho cambiato il mio nome in Ben e ho chiesto alle persone di iniziare a riferirmi come pronomi ‘lui’ invece di ‘loro’.
Il mio college è stato magnifico. Era un college cattolico ma non ho mai riscontrato problemi. Anche il cappellano è stato molto favorevole e ha permesso al gruppo LGBT di incontrarsi in chiesa ed è stato felice per me quando ho fatto la transizione.
Un pronome diverso, un’accettazione da parte di chi gli è vicino. E la vita di Ben è migliorata all’istante. La vita da ragazzo transessuale.
L’importanza di sentirsi accettato come ragazzo transessuale
Ad aiutare Ben, è stata anche l’accettazione delle persone che incontrava, e alle quali diceva di essere trans e chiedeva di usare il pronome maschile.
Un supporto non indifferente e per nulla scontato, inoltre, quello ricevuto dalla famiglia. Certo, non è stato per nulla facile per i genitori, ma hanno dimostrato che l’amore per un figlio supera ogni cosa. Se Ben nel corpo di ragazza non si sentiva a suo agio e non si riconosceva, dovevano aiutarlo in ogni modo. Il sostegno della famiglia è stato decisivo, per Ben. Gli ha dato la forza di andare avanti, di vivere la sua vita veramente.
E’ una semplice storia positiva, ma che dimostra quanto sia importante anche un semplice pronome, ma nella giusta declinazione. Dimostra l’importanza dell’accettazione, di usare un nome diverso. Perché basta questo per eliminare quasi del tutto gli istinti di suicidio, di autolesionismo, per diminuire la depressione di cui una persona trans può soffrire, durante la sua transizione.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.