71 anni, Bob Iger è tornato ad avere un ruolo centrale in casa Disney prendendo il posto di Bob Chapek, CEO negli ultimi due anni. Iger, fino al 2021 presidente esecutivo del consiglio di amministrazione della società, è tornato in pompa magna alla casa madre, dopo essere stato il principale responsabile dell’acquisto da parte di Disney dei marchi Pixar nel 2006, Marvel nel 2009, Lucasfilm nel 2012 e 21st Century Fox nel 2019.
Un ritorno da molti con gioia condiviso, proprio mentre nei cinema di tutto il mondo è uscito Strange World, primo lungometraggio animato della centenaria storia Disney ad avere un personaggio dichiaratamente gay al suo interno. Una prima volta a lungo attesa, soprattutto dopo la dichiarata guerra Disney a Ron DeSantis, governatore della Florida che lo scorso marzo ha firmato la cosiddetta legge “Don’t Say Gay”, che vieta alle scuole dello Stato di discutere “dell‘orientamento sessuale o dell’identità di genere in un modo che non sia appropriato all’età o allo sviluppo degli studenti“.
All’epoca Bob Chapek promise il proprio sostegno alla comunità LGBTQ+, con Iger, in una riunione con i dipendenti, che ha ribadito l’intenzione di non arretrare di un passo.
“Questa azienda racconta storie da 100 anni e quelle storie hanno avuto un impatto significativo e positivo sul mondo, e uno dei motivi per cui hanno avuto un impatto significativo e positivo è perché tra i valori fondamentali della nostra narrazione ci sono l’inclusione, l’accettazione e la tolleranza, e non possiamo perderli. Il modo in cui effettivamente cambiamo il mondo attraverso il bene deve continuare. Non renderemo sempre tutti felici e non ci proveremo. Certamente non sminuiremo i nostri valori fondamentali per accontentare sempre tutti”.
A chi ha criticato la Disney di fare ‘politica’, attraverso lungometraggi animati come Strange World e Lightyear, Iger ha così replicato: “Non credo che quando racconti storie e cerchi di essere un buon cittadino del mondo, questo significhi fare politica“. Semplicemente indietro non si torna.
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