Ci sono voluti 100 anni di vita e 60 ‘classici’ per infrangere un tetto di cristallo che sembrava indistruttibile. Strange World del premio Oscar Don Hall, co-diretto e scritto da Qui Nguyen, riscrive la storia dell’animazione Disney con il suo primo storico personaggio dichiaratamente gay, raccontato e rappresentato con una semplicità abbagliante, quasi commovente, dirompente nella sua rivendicata naturalezza.
Nei cinema d’Italia dal 23 novembre, Strange World è un lungometraggio di 100 minuti che al suo interno contiene non si sa quanti altri lungometraggi. Perché è una storia generazionale, di padri e figli che si scontrano tra ricercata indipendenza e aspettative genitoriali; è una storia in difesa dell’ambiente, che guarda al nostro Pianeta Terra gravemente malato, bisognoso di cure immediate prima che cada definitivamente a pezzi lasciando solo macerie alle generazioni future; è una storia di memorabile inclusività, perché il 16enne Ethan ama pazzamente un suo compagno di scuola, Diazo, e non solo non fa niente per nasconderlo ma è caldamente sostenuto e consigliato dai genitori e da suo nonno; è una storia d’avventura, senza freni nella travolgente azione, con colpi di scena e straordinarie creature fantastiche dai colori sgargianti; è la storia di una famiglia che ha vissuto dissapori, si è divisa e più volte scontrata, per poi ritrovarsi unita, forte come non mai, superando e archiviando quegli errori che chiunque di noi commette nella vita.
Premio Oscar per Big Hero 6, Don Hall ha realizzato un’opera che guarda con orgoglio all’oggi, alla società odierna, in continuo cambiamento, dando forma ad un coming-of-age animato che si fa viaggio dell’eroe, attingendo da grandi classici come Il Mondo Perduto di Arthur Conan Doyle e Viaggio al Centro della Terra di Jules Verne, King Kong e Jurassic Park. I protagonisti di Strange World abitano in una misteriosa Terra sperduta tra altissime e insuperabili montagne, Avalonia, rivoluzionata dalla scoperta di una bellissima pianta che ha fatto scoprire loro l’elettricità. Ma dopo decenni di assoluto benessere quella pianta sta morendo, costringendo Searcher Clade, agricoltore nonché figlio di un leggendario esploratore scomparso tra le vette 25 anni prima, ad avventurarsi nel profondo di una terra inesplorata e pericolosa in cui creature fantastiche li attendono. Ed è proprio qui, in uno strano e incredibile mondo, che la famiglia Clade sarà chiamata ad appianare contrasti e differenze, prima che la missione possa definitivamente fallire.
Non c’è un attimo di tregua in Strange World, 61esimo classico animato Disney che è un concentrato di sorprese e azione, dolcezze e sorrisi, lacrime e fantasia. Il comparto animato diretto da Don Hall ha fatto miracoli, perché il ‘bestiario’ ideato dagli animatori Disney è un trionfo di immaginazione, con colori che inondano lo schermo al cospetto di una sceneggiatura che è perfettamente bilanciata, pur volendo trattare tematiche tanto differenti e attuali. Abbiamo una coppia di genitori multietnica, un adorabile cane senza una zampetta, un adolescente queer e un mondo da salvare da una modernità che lo sta distruggendo dal di dentro, chiedendo a tutti sacrifici apparentemente dolorosi ma inevitabili.
“Volevamo che il film riflettesse il mondo, perché facciamo film per tutti e volevamo che tutti potessero rivedersi sullo schermo”, ha candidamente confessato il regista Don Hall in conferenza stampa a Roma. Perché l’omosessualità di Ethan è sempre stata presente, sin dalla prima stesura della pellicola. Nessuno l’ha mai messa in dubbio, così come la sua messa in scena. “Ethan è quello che è, è chi è, siamo profondamente orgogliosi di questo personaggio”, ha insistito Hall. “Facciamo film per tutti, in tutto il mondo, le persone devono potersi identificare con i personaggi sullo schermo”. Dopo 100 anni di storia, un punto di svolta rivoluzionario. Michele Bravi, che ha scritto e cantato insieme a Federica Abbate il brano portante “Gli Antifragili“, si è voluto soffermare proprio su questo aspetto: “Il tema centrale è la natura, ed è stato incredibile vedere come con naturalezza sia stato raccontato Ethan. Se io da bambino avessi visto un film del genere mi sarei sentito molto meno solo”.
Perché il giovane protagonista, così emotivo, sensibile e impavido, si scioglie al cospetto del coetaneo, per cui si è preso una cotta. Quando suo padre li vede insieme per la prima volta si presenta, mettendolo in imbarazzo. “È lui, il famoso Diazo! Parla continuamente di te!”, per poi dare consigli al figlioletto, ricordandogli il suo “primo amore“. Sua mamma, invece, gli suggerisce di dare ascolto al proprio cuore, vivendo un’avventura chiamata amore, mentre suo nonno, teoricamente in arrivo da un’altra epoca, non batte ciglio quando il nipotino gli rivela di amare un ragazzo. Non c’è coming out, non c’è bisogno di alcuna ‘accettazione’ da parte di chicchessia. Generazioni che si scontrano su tutto ma non sull’affettività, perché al cospetto di simili sentimenti non dovrebbero esserci attriti, se non mani tese, abbracci, docili sorrisi, sinceri incitamenti, pura e semplice normalità.
La penna di Qui Nguyen, 46enne drammaturgo, è riuscita magicamente a pennellare legami famigliari universali senza mai scendere nella retorica, unendoli a tematiche ambientali quantomai contemporanee. Il tutto senza dimenticare gli immancabili co-protagonisti ‘animali’ (e non), da sempre punto fondamentale di un qualsiasi classico Disney. C’è Legend, dolcissimo cane della famiglia Clade che ha solo 3 zampe, è sempre felice e ama lanciarsi inconsapevolmente verso il pericolo; c’è l’adorabile Splat, creatura blu simile a un “blob” che vive nello strano mondo: fa amicizia con Ethan e guida lui e il resto della famiglia Clade attraverso questa misteriosa terra sotterranea. E poi ci sono tutta una serie di creature fantastiche di varie forme e colori. I raptici, aggressivi, traslucidi e dotati di tentacoli; i goblinswill, stormi astratti di animali che ricordano i delfini per quanto privi di una struttura; i transportasaurse, gigantesche corde ideate per agguantare e lanciare cose; la cloud o’war, nuvola a forma di lucertola con una sommità gonfiabile; il flatty patty, che ha una forma oblunga, può volare e si comporta quasi come una manta; i terror-dattili, creature volanti fucsia simili agli pterodattili, e tante altre bellezze ‘animali’ che ovviamente diventeranno ricco merchandising.
Un universo fantastico, continuamente mutevole da un punto di vista scenografico e con un sorprendente colpo di scena finale (attenzione agli spoiler!), che riesce a riscrivere la secolare storia Disney al termine di una snervante e spesso criticata attesa durata 60 classici. Perché dopo Strange World nulla sarà più come prima.