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Caro Presidente Mattarella, non partecipo alla Festa della Repubblica del “non posso”

Nessun diritto alle identità LGBTQIA+, l’Italia non è la mia patria.

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festa della repubblica 2 giugno
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Caro Presidente Mattarella,

si celebra oggi 2 Giugno la Festa della Repubblica Italiana, istituita nel 2001 dall’allora suo predecessore Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. La data del 2 Giugno fu scelta in riferimento al 2 Giugno 1946, giorno del referendum istituzionale con il quale gli Italiani, per la prima volta a suffragio universale, scelsero la repubblica come forma di stato, per garantire a tuttə il progressivo raggiungimento della piena convivenza egualitaria.

Caro Presidente Mattarella, non c’è nulla da festeggiare per la popolazione LGBTQIA+ di questa Repubblica. Una repubblica per la quale, di fatto, le persone LGBTQIA+ non esistono, fatta salva la legge sulle Unioni Civili, la quale – tra gli altri impedimenti – vieta persino l’adozione di figli del proprio partner. Una legge, quella sulle Unioni Civili, che è poco più di un atto notarile tra privati.

Caro Presidente Mattarella, oggi si festeggia una patria nella quale le persone LGBTQIA+ non hanno dimora.

In questa Repubblica due persone dello stesso sesso non possono sposarsi con lo stesso istituto giuridico a cui accedono due persone di sesso diverso. Presidente, nel nostro paese una coppia omosessuale non ha gli stessi diritti di una coppia eterosessuale.

In questa Repubblica due persone dello stesso sesso non possono adottare figli. La Repubblica Italiana non consente alle coppie omosessuali di intraprendere un percorso genitoriale.

In questa Repubblica un single non può adottare figli.

In questa Repubblica le persone (omosessuali e non solo) non possono accedere alle tecniche di gestazione per altri nel concepimento di un figlio.

In questa Repubblica le persone LGBTQIA+ sono fatte quotidianamente oggetto di odio e questa Repubblica non è in grado di tutelarle con una legge che preveda l’aggravante di odio omobitransfobico.

In questa Repubblica le persone transgender non hanno diritto costituzionale ad essere riconosciute come cittadinə con la propria identità, se non sottoponendosi a percorsi chirurgici e clinici.

In questa Repubblica sono ammesse le terapie riparative, come se le persone LGBTQIA+ fossero persone da guarire.

Caro Presidente Mattarella, oggi 2 Giugno una persona LGBTQIA+ come me non ha nulla da festeggiare davanti alle celebrazioni della Repubblica Italiana: l’Italia non è la mia patria.

Auguri a tuttə lə Italianə che trovano nella Repubblica Italiana accoglienza, rappresentanza e diritti delle proprie identità: per me non è così.

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