^f1Un gruppo di attivisti e giornalisti ha manifestato pacificamente, oggi all’Angelus di Benedetto XVI in Piazza San Pietro, per protestare contro le parole del Papa sui matrimoni gay nel messaggio per la Giornata mondiale della pace. I mnifestanti si sono ritrovati, con alcuni cartelli e striscioni, fuori da Piazza San Pietro, e tre di loro, sono entrati all’interno.
Tra i cartelloni, uno recitava "Joseph, ti vogliamo bene". Un altro "Omofobia = morte". Una manifestante, insieme all’immagine di un cuoricino, recava un cartello con la scritta "Sono lesbica, non sono un pericolo". E ancora: "Gay unions don’t harm peace. Weapons do it" ("Le unioni gay non danneggiano la pace. Le armi sì). La polizia ha fermato per dientificarli Pasquale Videtta, studente che vive a Roma e Alessandro Giglioli, giornalista de L’Espresso. Si è trattato, spiega Gianfranco Mascia, uno degli organizzatori, di un piccolo presidio per protestare contro dichiarazioni del Papa su gay.
Ratzinger aveva definito il riconoscimento giuridico delle unioni diverse dal matrimonio uomo-donna come "un’offesa contro la verità della persona umana" e come "una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace". Il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, aveva ridimensionato l’accaduto dicendo che il testo è stato travisato e che né è stata data una "lettura parziale", incentrata solo sul passaggio riguardante la difesa del matrimonio uomo-donna. E le reazioni che ne sono derivate, secondo il portavoce vaticano, sono state quindi "scomposte e sproporzionate".