Tutti in strada, ieri sera, davanti all’Ambasciata Russa per protestare contro le persecuzioni ai danni della comunità LGBT in Cecenia.
Circa mille persone si sono ritrovate nella serata di ieri a Londra, al di fuori dell’Ambasciata Russa nel quartiere di Notting Hill, per levare un coro unanime di protesta contro le notizie trapelate negli scorsi giorni: notizie che riguardano un centinaio di uomini gay arrestati, detenuti in una prigione illegalmente, interrogati e torturati dall’inizio di marzo in Cecenia, di cui tre pare siano stati uccisi. Gli uomini sarebbero rinchiusi all’interno di un campo di concentramento ad Argun.
Tra i partecipanti più attivi c’era l’esponente del Partito Laburista Lord Waheed Ali, che ha urlato alla folla: “Cinquant’anni fa l’omosessualità è stata decriminalizzata in UK: è triste sapere che da altre parti nel mondo, invece, le cose tornano indietro. Noi oggi stiamo parlando per i nostri fratelli e le nostre sorelle in Russia e in Cecenia. Stiamo parlando e dicendo che abbastanza è abbastanza! Vogliamo azioni, vogliamo fatti!”.
Michael Salter-Church, co-presidente del Pride di Londra, ha rivelato invece al magazine Gay Star News: “Penso che sia davvero importante che il Pride di Londra, che rappresenta una città di levatura globale, si alzi per quelle persone nel mondo che purtroppo non hanno voce e per spingere i politici inglesi a fare realmente qualcosa per aiutarli”.
Molti fiori sono stati appoggiati su un triangolo rosa posto all’uscita dell’Ambasciata. Ricordiamo inoltre che le autorità cecene hanno negato ogni persecuzione. Alvi Karimov, portavoce del leader ceceno Ramzan Kadyrov, ha dichiarato: “Non possiamo detenere e torturare persone – i gay – che semplicemente non esistono in Cecenia”.
Reazioni sono invece giunte dalla politica italiana: Matteo Renzi ha parlato di “ritorno del nazismo”, mentre Monica Cirinnà con i colleghi del PD Lo Giudice e Manconi ha sottoposto un’interrogazione parlamentare al Ministero degli Esteri.
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