Il timeless soft del designer CHB by Christian Boaro è un ritratto delicato fra maschile e femminile, uno spaccato contemporaneo garbato e piacevole in un mare di moda urlata e scarmigliata dalle impietose quanto fugaci tendenze del momento.
Il brand emergente ci poterebbe insegnare che la contemporaneità del prodotto moda nel 2022 può nutrirsi anche con concetti di semplicità e naturalezza, attingendo direttamente dalla classicità senza tempo. Una visione concreta, reale, educata: in un mondo che ci prende continuamente a schiaffi e nel quale tutti gridano, Boaro racconta la sua storia sottovoce, ma con determinazione e coerenza stilistica.
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Sopra e in cover: Manu Rios indossa Christian Boaro
foto di Giampaolo Sgura – styling Marc Forne per Man About Town
Christian Boaro, classe 1981, originario di Bassano del Grappa, inizia ad appassionarsi alla moda sin da ragazzino, seguendo la nonna sarta che gli trasmette per prima la passione e i rudimenti del mestiere.
Dopo una gavetta professionale in numerosi brand come Versace, Gianfranco Ferrè e MSGM, nell’ottobre 2020 decide di lanciare il suo marchio CHB che, attraverso un Manifesto, racconta la sua personale visione della moda e della bellezza in chiave contemporanea.
Il Dna del brand nasce da una ricerca costante sul binomio guardaroba maschile e femminile, nel contrasto tra forza e fragilità; questo si traduce in capi dalle linee semplici e dai materiali che fanno parte degli archetipi classici senza tempo: dai tessuti sartoriali maschili a quelli più femminili, retaggio di un mondo più couture che abbraccia l’unicità e l’individualità.
L’abbiamo incontrato per voi.
Quanto bisogna essere coraggiosi e determinati in questo periodo nell’avviare un proprio progetto personale?
Non so se si tratti di essere coraggiosi o meno, io sono sempre stato mosso dalla passione, in qualsiasi cosa mi sia cimentato.
Sicuramente sono una persona molto determinata e nonostante il periodo non sia dei migliori ho la voglia di mettermi in gioco e di raccontare il mio punto di vista.
Questa è la cosa che mi interessa di più.
Quanto c’è di autobiografico nel tuo lavoro?
Tutto. In quello che faccio racconto la mia storia, il mio vissuto, le mie emozioni e ci metto i valori in cui credo. Non saprei fare altrimenti.
Considerando la ciclicità della moda, non credi che alcuni canoni estetici dettati dal “trend inclusione”, ormai spesso abusati, potrebbero essere dimenticati e ci potrebbe invece essere un cambio di rotta proiettato al passato?
I trend sono un concetto che mi ha sempre annoiato. Ho sempre creduto che fare un certo tipo di moda sia anche legato al fatto di voler sostenere certe idee.
Nei miei casting ho sempre inserito persone reali oltre ai modelli/e ma non certo per inseguire un trend, semplicemente perché ci credo e mi piace sia così.
Che consiglio daresti al Christian di 10 anni fa e quale invece al Christian di oggi?
Al me di 10 anni fa direi di non avere paura, che le paure esistono solo nella nostra testa.
A quello di ora di continuare a sognare.
Come definiresti il panorama moda Italiano di questo periodo?
Trovo che questo sia un momento di rinascita, per l’Italia in generale e soprattutto per i giovani designer. In molti come me, hanno deciso di lanciare il loro brand, nonostante il momento difficile, questo vuol dire c’é la voglia e la necessità di raccontare qualcosa di nuovo.
C’è ancora molto da fare, da cambiare.
Hai un sogno nel cassetto di riserva?
No, perché il mio sogno era fare quello che sto facendo.
Quali sono i tuoi modelli di riferimento?
Tantissimi, forse troppi da citare. Ma sto imparando che ogni giorno possiamo conoscere persone che possono diventare i nostri modelli di riferimento, persone comuni, non necessariamente famose o conosciute.
Se dovessi fare una t-shirt dedicata ai lettori di gay.it, cosa ci scriveresti?
LOVE YOURSELF RESPECT OTHERS
https://www.instagram.com/christianboaro/
https://www.instagram.com/chb.christianboaro/
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