Mentre la battaglia per i diritti trans* negli Stati Uniti si fa sempre più aspra a fronte delle innumerevoli leggi degli scorsi mesi che mirano a limitarli, c’è un tema che riguarda la comunità transgender che i conservatori suprematisti hanno sempre detratto, spesso anche con dati infondati. Si tratta della chirurgia per la riassegnazione del sesso, che comprende sia quella che genitale che la riduzione o l’aumento del seno tramite protesi.
Negli Stati Uniti, come in Italia, gli interventi genitali non vengono effettuati sui minori. È infatti necessaria la maggiore età prima di poter procedere. Per quanto riguarda la chirurgia toracica, invece, almeno negli States si sta facendo sempre più popolare ed eseguita anche nelle fasce d’età adolescenziali. I numeri dei giovani trans* che ogni anno si sottopongono a questa procedura non sono ancora disponibili, essendo la pratica relativamente giovane rispetto alla sua estensione a tutti gli Stati. In Italia, invece, il vuoto di dati che riguardano le persone transgender è ancora tutto da colmare.
La notizia degli interventi al torace per le persone trans* non è certo una novità. Tuttavia, il tema ha risollevato l’opinione pubblica nelle ultime settimane dopo che un articolo del New York Times riportava le esperienze di alcune persone transgender che nel tempo si erano pentite di essersi sottoposte agli interventi di riassegnazione del sesso.
La de-transizione, così viene chiamata, non è così sconosciuta e ci sono numerosi casi registrati. Il problema è che si tratta proprio della stessa argomentazione a cui i conservatori, nello specifico i repubblicani negli Stati Uniit, adducono per screditare le procedure mediche di affermazione di genere. È noto che proprio nel 2022 Alabama e Arizona hanno approvato leggi che rendono la chirurgia di genere sui giovani al di sotto dei 18 anni un reato. In Texas il governatore Ron De Santis sta per intraprendere la stessa strada, dopo le sue dichiarazioni secondo cui i medici che operano sui giovani trans* dovrebbero essere accusati di «sfigurare i bambini».
Oltre alle molte testimonianze che sono subito scaturite sui social che smentiscono il fatto che una grossa percentuale della comunità transgender si sia pentita delle operazioni, ci sono anche i molteplici studi che lo confermano. Secondo GenderGP, infatti, solo l’8% delle persone trans* americane riporta di aver intrapreso un processo di de-transizione e, di questi, i tre quarti hanno sostenuto di averlo dovuto a causa di problemi famigliari, sociali o finanziari.
Risale a marzo 2021, inoltre, uno studio dell’AAP, l’American Academy of Pediatrics, dove si sottolinea come, in particolare per gli uomini transgender, la mastectomia toracica mascolinizzante – cioè quello che sarebbe l’aumento del seno – sia di valore inestimabile. Moltissime istituzioni mediche hanno firmato congiuntamente un documento in cui criticano e condannano le restrizioni alla chirurgia toracica, sostenendo che l’autorizzazione andrebbe data in base alle necessità della singola persona e non in base all’età anagrafica.
Basti pensare che, su 136 persone transgender intervistate in età compresa fra i 13 e i 25 anni di cui solo metà si era sottoposta a una mastectomia, coloro che non avevano affrontato l’operazione dimostravano un disagio molto più evidente e marcato rispetto agli altri. In generale, gli studi sulla mastectomia toracica concordano nell’affermare che l’operazione «allevia la sofferenza e migliora il funzionamento» dei giovani trans*.
I had top surgery 13 years ago. There is not a day that goes by that I don’t think about how it was the best thing I have ever done for my survival. I also had orthopedic knee surgery at 14 and often regret it. But no NYTs pieces about orthopedic regret I see.
— Chase Strangio (@chasestrangio) September 26, 2022
Gli interventi per la riassegnazione del sesso, quindi, sono fondamentali per affrontare la disforia di genere, ancora così studiata a livello psicologico ed estremamente delicata da trattare. La possibilità di modificare il proprio corpo quando sembra che questo non appartenga a chi si è veramente è una risorsa inestimabile che dovrebbe essere intoccabile. E non è, come recitava il pezzo del New York Times, che ultimamente l’assistenza sanitaria trans* abbia registrato “un’esplosione”. Come sottolinea l’avvocato Chase Strangio su Twitter: «Il bisogno c’era sempre, semplicemente non abbiamo avuto accesso alle cure».
L’articolo del New York Times ha risollevato un tema sempre caldo, con la conseguenza che i vari studi sulla disforia di genere e sulla chirurgia toracica hanno ripreso a circolare in rete in modo più preponderante. Contro la falsa propaganda dei conservatori per dissuadere le persone dal seguire la strada della chirurgia, la realtà innegabile è che gli interventi di affermazione di genere sono vitali per la maggior parte delle persone transgender. Negarlo non lo rende meno vero.
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