A circa un mese di distanza dall’annuncio, anche il Parlamento Europeo ha preso una posizione di fronte alla legge “ammazza gay” che forse tornerà in Parlamento dell’Uganda. Il testo, cinque anni bloccato dalla Corte Costituzionale perché illegittimo, è stato riportato in vita dal ministro dell’Etica e dell’Integrità Simon Lokodo, noto omofobo.
Ma a pochi giorni dall’annuncio, il presidente ugandese Yoweri Museveni aveva escluso una nuova discussione, anche di fronte alla presa di posizione di diversi Paesi, che minacciavano uno stop agli aiuti. Negli ultimi giorni, il Parlamento Europeo ha deciso di condannare la legge, il cui vero nome è “Kill the Gays Bill“. In un comunicato, l’Europarlamento si mostra rammaricato per la decisione dell’Uganda di reintrodurre la legge, la quale andrebbe contro l’accordo di Cotonou, riguardante il “rispetto dei diritti umani internazionali”.
Come spiegato nel testo pubblicato nel sito del Parlamento Europeo, sembra che si inizierà a monitorare la situazione nel Paese, riguardo appunto la comunità LGBT, oltre a capire se realmente la legge verrà effettivamente discussa.
Cosa ha deciso il Parlamento Europeo
Nel dettaglio, nei giorni scorsi il Parlamento Europeo ha inviato un comunicato all’Uganda, dimostrando la propria
profonda preoccupazione per la possibile ripresa della legge anti-omosessualità nel dibattito politico ugandese, che, se introdotto, includerebbe la pena di morte per atti aggravati di omosessualità.
E se le parole del presidente sono già un segnale positivo, gli eurodeputati chiedono anche una presa di posizione chiara da parte di tutto il governo ugandese, che sconfessi così il ministro Lokodo, pronto a rinunciare agli aiuti economici e ad andare avanti nella sua folle idea di far approvare questa legge disumana.
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