Un lungo pomeriggio a due facce. Prima sprint, poi battagliero. Dopo gli infiniti e terrificanti dibattiti della scorsa settimana, il DDL Zan è tornato alla Camera dei Deputati alle 16:30 di oggi pomeriggio, con altri 5 articoli da approvare e decine di emendamenti da respingere.
Ebbene anche l’opposizione, evidentemente resasi conto del disco rotto della passata settimana, delle scialbe critiche e dei numeri che la inchiodano ad una palese minoranza, si è inizialmente presentata fiacca e poco incline agli attacchi insensati e inutili. O quasi. Fatto sta che gli articoli sette, otto e nove sono presto stati approvati. Il decimo, quello legato alle coperture finanziarie della legge, è stato semplicemente soppresso, perché il DDL Zan non ha costi, avendo in estate altrove ottenuto i 4 milioni di euro per le case rifugio per chi è vittima di discriminazione. Nel mezzo alcune prese di posizioni al limite del grottesco. “Le opinioni non hanno dimensioni, non sono come falli misurabili per lunghezza o per diametro”, ha tuonato Vittorio Sgarbi, contrario ad un coordinamento triennale Istat/OSCAD per una rilevazione statistica sulle violenze omotransfobiche. “Anche questo emendamento è superfluo e inutile“, ha invece sottolineato colui che l’ha presentato, Palmieri di Forza Italia, principe del giorno in quanto ad uscite a dir poco surreali.
Alle ore 17:30, un po’ a sorpresa, il relatore Alessandro Zan ha chiesto mezz’ora di sospensione prima di tornare in aula per votare tutti gli emendamenti rimasti all’articolo 6, l’ultimo ancora da approvare, che prevede l’istituzione della giornata mondiale contro l’Omotransfobia nelle scuole. Proprio questo articolo, la scorsa settimana, aveva scatenato l’opposizione, con dichiarazioni a dir poco allucinanti e l’espulsione dall’aula di Vittorio Sgarbi.
Ed è proprio dinanzi a questo articolo, anche oggi, che l’opposizione ha dato il peggio di sè, grazie anche al tempo supplementare concesso in ‘via del tutto eccezionale’ dal vice presidente Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia. Ma dopo oltre un’ora di botta e risposta, con Sgarbi che ha indegnamente parlato di ‘pedofilia’ (legandola a Pier Paolo Pasolini) e Giorgia Meloni di ‘indottrinamento gender nelle scuole’, l’articolo 6 è andato incontro ad una sospensione, con voti segreti richiesti da Fratelli d’Italia e concessi su 3 emendamenti. Respinto il primo, la Camera si è sciolta. Domani mattina si ripartirà proprio da questi altri due voti segreti, ultimo appiglio di una destra indecente e menzognera che da 10 giorni sta occupando il Parlamento per diffondere fake news. Da una parte urlano al benaltrismo, dall’altra fanno di tutto per allungare i tempi fino all’infinito. Nulla di nuovo sotto il sole.
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Speriamo che anche domani la maggioranza voti in maniera compatta e coesa come accaduto finora, superando gli ennesimi scogli/trappoloni messi in campo da una destra ridicola, grottesca, priva di argomentazioni valide, offensiva e omotransfobica oltre ogni limite. Forza e coraggio!