Ha ovviamente fatto il giro d’Italia l’incredibile omelia post-natalizia di Salvatore Nicolosi, parroco della chiesa Grazia di Barrafranca (Enna), che durante la celebrazione della “Festa della Santa Famiglia” ha trovato tempo e modo di definire “contronatura” le persone omosessuali. In diretta social il primo cittadino di Barrafranca, Fabio Accardi, ha così difeso il parroco (video in testa al post, dal minuto 06:00).
“Non voglio entrare nel merito della polemica e della discussione. Invece che sparare a zero sono andato a leggermi qualcosina. Voglio leggervi questo passo, l’ultima enciclica di Papa Francesco, Fratelli Tutti“. Il primo cittadino ha così impiegato un paio di minuti per leggere un’enciclica del Pontefice. No, non siamo su Lercio.
“Anzichè fare polemiche, invito tutti alla lettura”, ha proseguito Accardi. “Testi sacri, filosofici, leggiamo per aiutare a costruire la nostra conoscenza e identità. Predichiamo la tolleranza, però poi siamo intolleranti nel pensiero degli altri. Predichiamo rispetto dell’opinione altrui, ma solo quando l’opinione altrui è uguale alla nostra. Predichiamo la pace ma solo se ci conviene che gli altri facciano quello che vogliamo noi. Predichiamo la libertà di pensiero ma viviamo di stereotipi e di cliché preconfenzionati dalle mode del momento“.
Peccato che definire le persone LGBT come ‘contronatura’ non sia “un’opinione”, ma molto semplicemente una bestialità, una menzogna, un’istigazione all’odio e alla discriminazione. Nè più, nè meno.
Durissima la reazione di Armando Caravini, presidente Arcigay di Catania, Enna e Caltanissetta, che ha sottolineato come non ci sia “nulla di contronatura nelle nostre unioni, ancora una volta occorre ribadirlo. La stessa Organizzazione mondiale della Sanità dovendo definire l’omosessualità ha scelto di farlo con le parole “variante naturale del comportamento umano”. “Quello del sacerdote è un vero e proprio discorso d’odio, che crea inutili divisioni all’interno della comunità e rischia di provocare dolore alle persone lgbt+ di Barrafranca e alle loro famiglia. Ed è ancora più singolare che il sindaco stesso, Fabio Accardi, prende le difese del parroco, nascondendosi dietro l’ipocrisia della libertà di pensiero, leggendo persino una enciclica dimenticando che rappresenta un’istituzione laica e non il Vaticano. Siamo certi che i cittadini barresi non la pensino come lui: in molti, infatti, ci hanno scritto per segnalare l’episodio e per prenderne le distanze. A loro va il nostro plauso e la nostra solidarietà“.
Chi ne ha subito approfittato con la sua solita eleganza, neanche a dirlo segnata da reiterate menzogne, è stato Mario Adinolfi, che ha puntato il dito contro quel “discorso d’odio” rimarcato da Caravini. “La fattispecie che mandarebbe in galera le persone secondo la legge Zan“, ha scritto Adinolfi, mentendo sapendo di mentire, fino al gratuito quesito finale che puntualmente mira ad alimentare disinformazione. “Allora, spieghiamolo chiaramente: sarà l’Arcigay a stabilire quel che si può dire e non dire in un’omelia in chiesa?“.
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Ho ascoltato il discorso del sindaco su FB e devo dire ineccepibile, l'unico errore è che ha sbagliato il soggetto a cui indirizzarlo, intollerante non è chi ha stigmatizzato in maniera dura ma è il prete che con le sue parole violente continua a manifestare quella intolleranza e chiusura mentale che da secoli caratterizza la chiesa cattolica.
A quella tonaca bisunta , parata come neanche una drag-queen in vena di creatività , basta risponderle disertando la sua chiesa . Al sindaco , ricordandosene alle prossime elezioni.