Essere donne trans nella Colombia dei guerriglieri: la storia di Jineth

Jineth è una ragazza transgender dalla forza straordinaria che è riuscita a sopravvivere alle violenze del FARC in Colombia. Oggi si è rifugiata in Italia e si è raccontata in questa intervista.

ragazza trans mit
Bandiera transgender.
4 min. di lettura

Jineth ci ha raccontato la sua storia costellata di violenze e difficoltà, da cui emerge la sua forza straordinaria. Essere donne – cis o trans – richiede coraggio, determinazione e una marcia in più. Dobbiamo impegnarci per costruire un mondo più sicuro per tutte.

Questa è la sua storia.

Senti la mia storia è un po’ lunga, tutto inizia quando ero piccola, ho vissuto una violenza sessuale da un uomo di 40 anni poi sono andata per la strada per decisione del compagno di la mia madre. Dormivo nei parchi della città, finché dalle parrucchiere vicino al quartiere dove abitavo ho imparato a fare la parrucchiera. A 18 anni ho aperto il mio negozio, ma prima di arrivate ai 18 anni abitavo in un paese in cui comandava la “guerrilla”.In quel tempo in Colombia, c’erano le zone di distensione, date dal governo ai guerriglieri. Lì era una cosa seria, perché non potevano accedere gay o TRANS. Se volevi rimanere lì dovevi avere il consenso del capo guerrigliero.

Le trans e i gay che eravamo lì, non potevamo avere malattie come l’HIV. Non si poteva andare vestite con gonne, accettavano solo trans con pantaloni.

Ho assistito a come hanno ucciso le mie compagne, perché affette da HIV o perché erano fidanzate segretamente con guerriglieri.

Io e una mia amica siamo scappate, perché lei aveva preso l’Hiv… Noi siamo riuscite a scappare ma in quel periodo hanno ucciso tanti gay e anche persone etero uomini e donne affette da Hiv.

Siamo andate in un altro paese che non era “zona di distensione” e abbiamo lavorato come parrucchiere, ma è successo lo stesso quando hanno saputo che lei era malata. Questa volta lei è scappata da sola e io sono rimasta lì.

E come te la passavi lì?

Ho vissuto un inferno. I paramilitari hanno deciso che le TRANS rimaste dovevamo stare sempre al lavoro o a casa. Se non rispettavamo quella regola, loro ci tagliavano i capelli,

Un giorno mentre stavo con un’altra ragazza trans fuori dal paese, degli uomini mi hanno preso, mi hanno portato in una casa in campagna e mi hanno violentato quindici uomini. Poi mi hanno portato vicino al posto dove ero, mi hanno ordinato di non dire nulla a nessuno o mi avrebbero uccisa! Sono tornata a casa distrutta. Sono fuggita in un altro paese e mi è successo lo stesso, con una amica eravamo in una discoteca e 5 uomini ci hanno preso e ci hanno portato a un’ ora di macchina fuori dal paese. Là ci aspettavano 40 paramilitari, che ci hanno violentato, senza preservativo.

Dopo siamo andate via e abbiamo fatto un tragitto a piedi di 3 ore, picchiate e violentate.

Ho deciso di tornare al mio paese di origine e lì ho aperto un mio negozio. In quel periodo ho conosciuto il mio primo marito.

Marito? Avevi già cambiato il nome sui documenti oppure in Colombia è possibile il matrimonio tra persone dello stesso sesso?

In Colombia chiamiamo marito anche una persona con cui convivi. Con lui ho vissuto cose terribili. Si è approfittato di me, per il bisogno di amore che avevo, per il mio bisogno di avere una famiglia. Lui mi picchiava, mi ha sfregiato la faccia…

Io sono una gran lavoratrice, lui aspettava che io risparmiassi e poi mi rubava i soldi.

Ho dovuto chiudere il mio negozio perché lui era troppo cattivo. Sono andata di nuovo a lavorare sulla strada. Anche dopo ho vissuto cose orribili, degli uomini mi hanno picchiato a calci e pugni, mi hanno lasciata sulla corsia della strada e mi sono passati sopra con la macchina sopra. Mi hanno quasi ucciso! Mi sono salvata grazie a una donna che urlava di lasciarmi. Si sono fermati che ero quasi morta, lei mi aiutato perché mi avevano anche lasciato senza vestiti e senza scarpe.

Un’altra volta una trans mi a preso a coltellate. Anche quel giorno sarei morta, se non fosse stato per un tassista che mi ha aiutato. Mi sono svegliata al pronto soccorso, dove mi hanno fatto un’operazione ai tendini.

Ho ripreso a lavorare come parrucchiera e quando ho messo da parte qualche soldo, il mio ex è tornato, mi ha detto di non essere più la persona di prima…

La classica frase che dicono tutti gli uomini violenti per convincere le loro vittime. “Sono cambiato…” E tante donne innamorate ci cascano…

Infatti io mi sono convinta. Poi un giorno sono arrivata al mio negozio e non c’era più nulla! Lui aveva venduto tutto senza dirmi una parola.

E tu hai provato a rifarti una vita, a ricominciare senza arrenderti, ancora una volta, sempre più forte di qualsiasi violenza, di qualsiasi carnefice…

Ho lavorato come attivista Lgbt per due anni ma ho lasciato quando ho capito che in quella associazione non lavoravano davvero per la comunità.

Ho iniziato una relazione con un altro ragazzo ma anche lui era violento e un giorno mi accoltellato al braccio. Al pronto soccorso non mi hanno voluto operare. La ferita aveva tagliato nervo, tendine e arteria. Ho chiesto aiuto alla comunità Lgbt, ma li loro non aiutano per niente, perché fanno un lavoro finto.

Ero terrorizzata per la mia vita, sono tornata a casa, con il braccio distrutto.

Allora la mia mamma mi ha dato il consiglio di andare fuori della Colombia. Così. ho venduto il mio negozio e sono venuta in Italia.

Finalmente in Italia, lontana da quell’inferno.

Quando sono entrata qui, ero con il braccio quasi inservibile, morto. Le dita non funzionavano.

Il primario ortopedico di Sassari mi ha detto che era meglio tagliere la mano. Io gli ho chiesto di non farlo e lui ha fatto tutto il possibile per aiutarmi.

L’operazione è durata quasi 4 ore. Oggi ringrazio quei medici, perché la mano funziona bene!

Stavo in una comunità che aiuta le donne vittima di tratta ma sono dovuta andare via. Adesso cerco una casa ma è difficile trovare come transgender e con pochi soldi.

Cogliamo l’occasione per lanciare un appello per aiutare Jineth a trovare un posto tranquillo in cui stare. Se qualcuno dei nostri lettori o lettrici di buon cuore vuole aiutare questa ragazza a trovare un posto in cui vivere finalmente libera e serena, può contattare la redazione.

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