Ministra per le pari opportunità e la famiglia del governo Draghi, Elena Bonetti ha annunciato a Linkiesta l’imminente arrivo di una nuova strategia nazionale LGBTQ+ per combattere l’omotransfobia, a sei anni dall’ultima e dopo sei anni di tentativi puntualmente andati a vuoto. A due mesi dallo stop al DDL Zan, il ministero ha fatto suo l’appello lanciato da Certi Diritti, che ad un anno dal via libera alla prima “Strategia per l’uguaglianza delle persone LGBTIQ 2020-2025” resa pubblica dalla Commissione Europea aveva chiesto a gran voce una nuova strategia sui diritti LGBTQ+ anche per l’Italia.
Bonetti ha parlato di un “percorso ampiamente condiviso, che ha attivato tavoli con le istituzioni, con il mondo delle associazioni e con la società civile”, oltre ad un “lavoro di condivisione con le amministrazioni locali”. Ha preso così forma un documento nato “dall’incontro dell’esperienza delle associazioni con quella delle amministrazioni e delle istituzioni”. “Entro l’inizio del 2022 la Strategia sarà adottata”, ha precisato la ministra in quota Italia Viva, che si è poi soffermata sui successivi passaggi. “È una Strategia che dà una direzione di politiche attive e promozione dei diritti di tutte e tutti. Seguirà poi la costituzione della sua governance tra la cabina di regia politica e un tavolo tecnico, nel quale verranno definite le azioni conseguenti, puntualizzate con gli indicatori e il monitoraggio che, d’altra parte, è previsto e voluto dalla Strategia”.
All’interno della strategia, come precisato dal giornalista Francesco Lepore, è dedicato ampio spazio alle azioni di contrasto e prevenzione di violenza e discriminazione omo-lesbo-bi-transfobica, secondo un indirizzo positivo di formazione, monitoraggio, implementazione delle strutture di accoglienza. Una strada alternativa per ripartire dopo lo stop al DDL Zan?
“È chiaro che la Strategia non ha per sua natura una finalità d’intervento normativo, che compete invece all’attività del Parlamento”, ha precisato Bonetti. “Nell’Asse prioritario Sicurezza abbiamo individuato una serie di azioni positive, volte a creare processi che prevengono la violenza e la contrastano proteggendo al tempo stesso le vittime. Proprio relativamente a quest’ultimo aspetto, la Strategia mette in campo alcune misure concrete. Sia quelle che, nella fase basilare della formazione, riguardano tutti gli operatori attivi nel contrasto alla violenza omo-lesbo-bi-transfobica, sia quelle miranti alla costituzione di case rifugio per vittime di tale violenza e di specifici centri antiviolenza e antidiscriminazione verso le persone Lgbti. Le vittime di violenza, non si smetterà mai di ribadirlo, necessitano di strutture e percorsi a loro dedicati. Penso poi all’attenzione posta dalla Strategia in maniera trasversale nei confronti dei minori Lgbti, che necessitano di un ulteriore accompagnamento”.
A tutto ciò si unisce la fondamentale azione di prevenzione, con un’educazione al rispetto e al linguaggio non violento legato anche al mondo dei media. “Terzo tema è quello del lavoro, perché non basta prevenire e proteggere”, ha concluso Bonetti. “Bisogna promuovere autonomia, indipendenza, libertà per le persone Lgbti, che possono essere spesso vittime di discriminazione. Ci sono azioni positive importanti nel mondo del lavoro, che chiedono anche un concerto con le parti sociali e il mondo aziendale, a partire dalla promozione del diversity management”.
Nella giornata di ieri Enrico Letta, segretario Pd, ha rilanciato il DDL Zan con 5 Agorà nazionali che da febbraio ad aprile riporteranno la legge contro l’omotransfobia al centro del dibattito politico, con la speranza di poterlo approvare nell’ultima fase di legislatura.
Dopo sei anni, l’Italia avrà una nuova Strategia nazionale Lgbt+. È il frutto di un percorso ampiamente condiviso, che ha attivato tavoli con le istituzioni, con il mondo delle associazioni e con la società civile. Qui l’intervista a @Linkiesta https://t.co/zQwnPeLRbb pic.twitter.com/JF6RmtRrcR
— Elena Bonetti (@elenabonetti) December 21, 2021
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