Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti ha espresso la propria vicinanza social a Malika Chalhy, 22enne cacciata di casa e minacciata dalla madre perché lesbica. “Una vicenda che stringe il cuore e fa male, perché ancora una volta parla di odio omofobico, questa volta in un contesto familiare“, ha scritto sui social la ministra di Italia Viva, che da oltre un anno non mette pubblicamente bocca sulla legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo approvata alla Camera e in attesa di calendarizzazione al Senato.
Bonetti ha ricordato le “molte vittime che come Malika sono state rifiutate dalla loro famiglia fino ad essere cacciate di casa, e questo mette ancora una volta in luce quanto sia necessario provvedere a infrastrutture sociali in grado di sostenerle, accoglierle, accompagnarle“. In tal senso, spicca il bando pubblico dell’Unar per la selezione di progetti per la costituzione di centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere. “Con uno stanziamento di 4 milioni di euro annui a regime, per la costituzione di case di accoglienza, centri e servizi a tutela delle persone LGBT+ vittime di discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere“, scrive Bonetti. “È un bando ancora aperto, con scadenza il 10 maggio 2021, e ci permetterà di dare quell’accoglienza che ogni vittima deve poter trovare nella nostra comunità. A Malika tutta la mia solidarietà e vicinanza“.
Tutto vero e tutto già approvato, ma è a dir poco curioso che Elena Bonetti in tutto il suo lungo intervento social non abbia mai menzionato quel DDL Zan grazie al quale sono nate proprio quelle case famiglia e quei centri contro le discriminazioni, fortunatamente blindati la scorsa estate con l’approvazione del finanziamento da 4 milioni di euro l’anno da parte del passato Governo. Dinanzi ad una mobilitazione nazionale in favore del DDL, che coinvolge non solo il mondo della politica ma anche quello dello star system, la Ministra per le Pari Opportunità sceglie di non nominarlo, mai. Da oltre un anno a questa parte.
Quattro giorni fa Bonetti ha presieduto la Cabina di Regia per condividere il percorso che porterà all’adozione di una Strategia Nazionale pluriennale per la tutela dei diritti delle persone LGBT+, in raccordo con la Strategia Europea per l’uguaglianza delle persone LGBT+ 2020-2025. Un incontro che ha visto la partecipazione di rappresentanti ai più alti livelli delle istituzioni centrali competenti, i referenti della Conferenza delle Regioni, dell’UPI, dell’ANCI e della Rete RADY. “Questo percorso, avviato con le associazioni e le istituzioni, consentirà al nostro Paese di dotarsi di strumenti condivisi per contrastare la discriminazione e promuovere una cultura del rispetto delle differenze“, ha scritto Bonetti, che del DDL Zan in esame al Senato proprio non riesce a parlare. Neanche per sbaglio. Ci auguriamo, un giorno, di scoprire anche il perché.
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