Sembra incredibile, eppure Elena Bonetti è l’attuale Ministra per le Pari Opportunità. Deputata di Italia Viva, Bonetti è tornata a chiedere modifiche a quel DDL Zan da lei mai difeso, e/o menzionato nel corso degli ultimi 12 mesi. Intervistata da LaStampa, la ministra si è augurata che la Lega di Matteo Salvini voglia sostenere i 4 emendamenti che Italia Viva ha ieri sorprendentemente presentato.
Abbiamo raccolto molte voci nelle audizioni e ci sono perplessità, dal mondo dei costituzionalisti a quello del femminismo. Vogliamo costruire una convergenza con tutte le forze, un compromesso in avanti. L’ostinazione del Pd porterà al fallimento.
Come una Ostellari qualsiasi, Bonetti si affida a quelle impresentabili audizioni che per settimane hanno travolto la commissione giustizia in Senato con fake news ampiamente dimostrabili. D’altronde la ministra non fa altro che seguire la linea di partito dettata da Matteo Renzi, persino oggi, dinanzi ai quasi 700 emendamenti leghisti dai toni chiaramente ostruzionistici, convinto che un accordo con Salvini sia possibile, nonché doveroso: “Sul ddl Zan la Lega ha dato la disponibilità, tutta da verificare naturalmente, a chiudere se si cambia identità di genere, libertà di opinione e scuola. Dire di no a questa proposta è ideologia“.
Dire di no a questa proposta, in realtà, sarebbe semplicemente buonsenso, perché la libertà di opinione non è minimamente sfiorata dal DDL Zan, che andrebbe semplicemente ad ampliare la legge Mancino. Ma soprattutto dire di no a questa proposta sarebbe l’unica strada realmente praticabile perché non si può escludere una parte importante della nostra comunità da qualsivoglia tutela. Franco Mirabelli, Vicepresidente Gruppo Pd Senato, ha rispedito al mittente le proposte dei renziani: “Avevamo sempre detto che avremmo aspettato gli emendamenti e li avremmo valutati. Quelli di Iv non sono migliorativi del ddl Zan, che loro hanno contribuito a scrivere alla Camera”.
“Italia viva vuole che il Paese si doti una legge contro l’omotransfobia“, ha continuato Bonetti su LaStampa. “In particolare penso all’articolo 1, nel quale si condannano in modo nitido tutte quelle forme di violenza che vengono agite sulla base di omofobia, transfobia, misoginia e abilismo. In questo modo si condanna senza se e senza ma una violenza che non può avere ragione e che lede la libertà e la dignità delle persone. Il nostro obiettivo è approvare la legge ma non si può prescindere dalla realtà dei numeri”. “La nostra posizione è sempre stata chiara, abbiamo avvertito da sempre che i nostri voti non sarebbero mancati ma che non ci sarebbero stati voti sufficienti per approvare una legge. In democrazia servono i voti e i numeri in Senato non ci sono“. Peccato che a mancare, eventualmente, sarebbero proprio i voti di Italia Viva. La matematica non è un’opinione e proprio grazie ai voti di Italia Viva, Pd, 5 Stelle e LeU, il DDL Zan è potuto finalmente arrivare in Senato. Se c’erano due settimane fa, perché dovrebbero mancare al cospetto del voto segreto? Chi vuole affossare il DDL al buio dell’urna?
Bonetti ha ipotizzato “un patto politico blindato, in modo che tutti si assumano le loro responsabilità per arrivare a un testo che torni alla Camera in temi brevi. Se c’è la volontà politica si può fare“. “Approviamo la legge insieme, i nostri emendamenti lo permettono. Non capisco perché debba fare paura che una legge abbia una maggioranza ampia“.
Gianmarco Capogna, componente del comitato scientifico nazionale di Possibile e portavoce della campagna tematica Possibile LGBTI, ha duramente criticato Elena Bonetti, chiedendone le dimissioni da ministra
È una posizione ingiustificabile con la quale si cerca ulteriormente una mediazione, chiaramente al ribasso, sulla legge sui temi dell’identità di genere, della libertà di pensiero e del ruolo della scuola. Non si può più ignorare il posizionamento della Ministra Bonetti che di fatto sceglie di ignorare le richieste e la voce del movimento LGBTIQ+ che tramite appelli e mobilitazioni sostenute da oltre 100 realtà chiede con fermezza nessuna modifica e approvazione del testo contro l’omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo in tempi rapidi. Per questi motivi con Possibile sosteniamo il movimento e riteniamo che la Ministra non risponda più al ruolo di Pari Opportunità che dovrebbe svolgere a garanzia di tutte e tutti e non delle posizioni politiche del suo partito e ne chiediamo, quindi, le dimissioni. In questo modo potrà proseguire il lavoro di mediazione per Italia Viva e non come rappresentante istituzionale che, invece, dovrebbe battersi per l’approvazione rapida e senza modifiche di un testo che nasce già come mediazione e che è stato già votato alla Camera anche dal suo partito di appartenenza.
Anche il nostro recente sondaggio ha certificato la volontà del movimento LGBT, che NON vuole mediazioni (82,68% dei votanti), a costo di veder cadere il DDL in aula.
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Elena Bonetti è la peggiore ministra per le pari opportunità nella storia della Repubblica Italiana. Persino peggio delle ministre di destra Prestigiacomo e Carfagna che l'hanno preceduta.
Avrete letto che i leghisti circolano armati. I fatti di Voghera dimostrano che questa gentaglia ha paura che li eliminino fisicamente. Penso Ostellari e Pillon gireranno con un blindato .