È ormai imminente il debutto televisivo post coming out per Elliot Page, a breve su Netflix con la 3a stagione di The Umbrella Academy. Nel giorno di inizio del Pride Month, Esquire ha intervistato l’attore, immortalato all’interno di un bellissimo servizio fotografico. Icona LGBTQI+ d’America, Elliot ha ricordato le difficoltà vissute ai tempi di Juno, quando arrivò anche la nomination agli Oscar come miglior attrice protagonista.
“Quando il film era all’apice della sua popolarità, durante la stagione dei premi, non avevo fatto coming out, avevo i tacchi, l’abito. Non stavo bene e non sapevo come parlarne con qualcuno“. Per la premiere della pellicola Page chiese a Fox Searchlight di poter indossare un completo, sul tappeto rosso, ma quel semplice desiderio venne incredibilmente rifiutato, costringendolo a vestire un abito lungo.
“Mi ricordo di essere andato e di aver avuto ciò che volevo indossare, e poi aver capito il grado di aspettative riguardanti l’aspetto che avrei dovuto avere. Ho detto che volevo indossare un completo e Fox Searchlight in pratica rispose, ‘No, devi indossare un abito’. E mi hanno portato in tutta fretta in uno di quei negozi eleganti a Bloor Street. Mi hanno fatto indossare un abito. E poi tutti gli incontri con la stampa per Juno, i servizi fotografici… Michael Cera era in pantaloni e sneakers. Riguardo le foto e penso sia sbagliato. Era davvero estremamente sbagliato. Non dovrei trattarlo solo come una cosa che è accaduta, qualcosa di normale. Non lo è. A prescindere che io sia trans! Ci sono persone che si sono scusate dicendo ‘Mi dispiace, non lo sapevo. All’epoca non lo sapevo’. Ma non importa! Non importa se sono trans o eterosessuale. Molte donne etero si vestono come me. Non ha niente a che fare con quella situazione”.
Elliot ha sottolineato come abbia ricevuto amore e sostegno da molte persone dopo il suo 2° coming out, ma anche tanto “odio, crudeltà e critiche”, in arrivo soprattutto dai social, perché la transfobia “non è uno scherzo” ed è ancora oggi “molto forte“.
“Non è uno scherzo”. “Credi a quello che dici. Ci credi. Non è uno scherzo. Ci credono. Chiaramente non è uno scherzo. E tutto ciò che stiamo dicendo è: puoi semplicemente ascoltare e capire il danno che provoca? Questo è tutto ciò che stiamo cercando di dire. Questo è letteralmente tutto ciò che stiamo cercando di dire”.
Page ha vagamente pensato anche al suicidio, in particolare durante un periodo in cui ha perso molto peso e ha avuto attacchi di panico. “Ci sono stati momenti in cui non volevo essere qui, ma quella era solo una sensazione. Non è mai stato un movimento verso un’azione, a parte i modi in cui stavo abusando del mio corpo, chiaramente. Guardavo fuori dalla finestra del mio appartamento e pensavo, con tutto quello che sta succedendo in questo momento e quanto sia incredibile, è così che mi sento? E io ho ventidue anni? Era come se non sapessi se potessi farlo”.
Ma ora che ha 35 anni, Elliot ha una risposta chiara e positiva: “Non posso sopravvalutare la gioia più grande, che è vedere davvero te stesso”. L’attore è consapevole che ad occhi esterni appare diverso dagli altri, “ma sto appena iniziando ad assomigliare a me stesso“. Page, che definisce la sensazione “indescrivibile“, scrive che “la gioia più grande è proprio essere in grado di sentirsi presenti, letteralmente, solo di essere presenti”.
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