Enrico Letta sarà alla cerimonia inaugurale dei Giochi di Sochi, il 7 febbraio. Lo ha detto all’ANSA il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, aggiungendo che il premier sarà uno degli oltre 50 capi di Stato e governo presenti. Alla domanda se il Cremlino attribuisce un particolare significato alla presenza di Letta, uno dei pochi leader europei di primo piano a partecipare all’apertura dopo il forfait di Obama, Hollande, Merkel e Cameron, Peskov ha risposto: “Siamo lieti di dare il benvenuto a tutti”.
Difenderò i diritti gay – “A Sochi ribadirò la contrarietà dell’Italia a qualunque normativa
discriminatoria nei confronti dei gay, nello sport e fuori dallo sport”, ha detto oggi Letta durante una conferenza stampa a Doha rispondendo alle critiche delle associazioni lgbt. La decisione di partecipare sarebbe stata presa insieme al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al ministro dello sport e alla presidenza del Coni, soprattutto per lanciare la candidatura di Roma ai giochi olimpici del 2024.
Critiche dai renziani – Ma le polemiche non si fermano e arrivano fino in casa PD, dove i renziani annunciano battaglia. Un gruppo di cinque senatori ha scritto al presidente del Consiglio: “Ci auguriamo che il premier Letta ci ripensi. I principali leader europei non andranno all’inaugurazione delle Olimpiadi di Sochi, incomprensibile che l’Italia partecipi al massimo livello. Non si contrasta certo così la politica discriminatoria nei confronti di gay e minoranze perpetuata da Putin”.
Arcigay all’attacco – Quella di andare a Sochi per difendere i diritti lgbt è “un’argomentazione surreale – attacca Flavio Romani, presidente nazionale Arcigay – che offende l’intelligenza di chi l’ascolta. Ma soprattutto mettere il tema delle discriminazioni sullo stesso piano di un’operazione di marketing è la fotografia amara e sconcertante della deriva della politica italiana, del totale smarrimento di un senso etico e della rinuncia a fare della politica lo strumento di affermazione di giustizia, dignità, civiltà, democrazia. Quando sui diritti hanno la meglio le forniture di gas o un’operazione di marketing, abbiamo svenduto l’onore di un Paese. L’Italia – conclude Romani – grazie a Enrico Letta ha già perso le sue Olimpiadi”.
La petizione – Su Change.org, piattaforma dedicata alle petizioni online , è stata creata una raccolta firme per dire “no” alla scelta del premier Letta: “I Giochi di Sochi – si legge nel comunicato – non sono una semplice manifestazione sportiva dove regna la passione per lo sport” ma sono “anche la vetrina di un paese che vuole deliberatamente opprimere una semplice richiesta di una parte dei suoi cittadini: il diritto di amare
liberamente.”
Letta era stato invitato personalmente da Vladimir Putin durante il vertice intergovernativo di Trieste a novembre e aveva promesso che avrebbe fatto il possibile per esserci.
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