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Eternals, la recensione: La rivoluzione arcobaleno dell’Universo Marvel

Film di chiusura della Festa del Cinema di Roma, Eternals uscirà al cinema mercoledì 3 novembre.

4 min. di lettura

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13 anni dopo Iron Man, il miliardario Marvel Cinematic Universe cambia pelle e vira verso mondi fino ad oggi inesplorati con Eternals, terzo film della cosiddetta ‘fase 4’ ma in realtà perno di un futuro cinematografico supereroistico chiamato necessariamente ad abbracciare novità, due anni dopo Avengers: Endgame. Chloe Zhao, Leone d’Oro e premio Oscar alla regia grazie a Nomadland, è salita a bordo di un progetto da 200 milioni di dollari per provare ad imporre il proprio punto di vista, la propria cinematografia, diventando madre di un’inclusione mai vista prima in ambito cinecomic.

Gli Eterni del titolo sono alieni che vivono tra gli umani da oltre 7000 anni. Spediti sul pianeta Terra dal Dio Arishem per combattere i Devianti, super predatori alieni che puntano a sterminare l’umanità, gli Eternals hanno vissuto in prima persona l’intera storia dell’uomo, dalla Mesopotamia del 5000 A.C. ai giorni nostri, passando per Babilonia, l’Impero Gupta, la bomba atomica di Hiroshima. Costretti a non intervenire nei conflitti che riguardano l’uomo, che siano guerre mondiali o lo sterminio di metà della popolazione mondiale da parte di Thanos, gli Eterni sono dotati di super poteri, non possono invecchiare e di fatto morire, con il peso delle sofferenze del Pianeta a premere sulle loro spalle. Ma tutto cambia quando dopo millenni di apparente ‘pace’ i Devianti riemergono dai ghiacci, costringendo gli Eterni a fare i conti con una realtà a loro sempre taciuta…

Come tutti i film introduttivi Marvel, Eternals paga la necessità di presentare personaggi inediti. Nel caso della pellicola scritta e diretta da Chloé Zhao la complessità è duplice perché i personaggi ideati da Jack Kirby nel lontano 1976 sono poco conosciuti agli occhi del grande pubblico, e sono molteplici. Addirittura 10, con dieci storie, 10 vissuti millenari da dover sviscerare in due ore e mezza di film, già entrato nella Storia grazie a Phastos, primo supereroe dichiaratamente gay di un film Marvel.

Interpretato da Brian Tyree Henry, Phastos è un inventore Eterno che aiuta segretamente l’umanità a progredire tecnologicamente. Emotivamente devastato dall’orrore della bomba atomica di Hiroshima, indirettamente da lui ‘costruita’ grazie agli imput tecnologici dati all’umanità nel corso dei millenni, Phastos perde fiducia nei confronti degli esseri umani fino a quando non incontra l’uomo della sua vita, interpretato da Haaz Sleiman, con cui forma una famiglia grazie al piccolo e amato figlio. Tanto strombazzata a livello promozionale, la famiglia omogenitoriale di Phastos prende forma verso metà film grazie ad una scena casalinga di pochi minuti, con Brian Tyree Henry padre premuoroso e marito perdutamente innamorato.

Un uomo che dopo aver vissuto 7000 anni ha finalmente trovato la felicità accanto ad un altro uomo, tanto da non “voler cambiare niente di quello che sono. Io sono la mia famiglia“. Parole che in un Marvel Movie da un potenziale miliardo di dollari d’incasso assumono un’importanza capitale, perché in grado di rappresentare e dare visibilità ad una realtà fino ad oggi sempre taciuta, negata, nascosta, volutamente evitata. Pronto a tornare in missione dopo decenni passati dietro le quinte, Phastos saluta suo marito con un dolce bacio sulle labbra, sull’uscio di casa, esplicitando ciò che Chloe Zhao non depotenzia. Phastos è un padre e un marito orgoglioso, nonché l’unico Eterno ad essersi costruito una famiglia tutta sua, con un figlio e uno sposo. Personaggio fondamentale nello sviluppo della trama, il suo, positivo e geniale, combattivo e profondo, in grado di scovare soluzioni apparentemente impossibili attraverso l’ingengo.

Un film in cui l’amore è centrale in tutti gli snodi di scrittura, contemplando forme diverse. L’amore verso il Pianeta Terra, che la regista abbraccia con luci naturali in luoghi straordinari, tra tramonti e albe; l’amore millenario di Sersi, Eterna in grado di manipolare la materia interpretata da Gemma Chan, per Ikaris, fortissimo Eterno in grado di volare e lanciare raggi di energia cosmica dagli occhi interpretato da Richard Madden; l’amore vissuto sottotraccia tra Gilgamesh, potentissimo Eterno con un esoscheletro di energia cosmica interpretato da Don Lee, e Thena, feroce guerriera Eterna interpretata da Angelina Jolie; l’amore di Sprite, Eterna che può proiettare illusioni realistiche interpretata da Lia McHugh, verso Ikaris; l’amore tra Makkari, Eterna superveloce e sordomuta interpretata da Lauren Ridloff, e Druig, Eterno che può usare l’energia cosmica per controllare le menti degli altri interpretato da Barry Keoghan; l’amore dell’umano Dane Whitman, interpretato da Kit Harington, verso Sersi; l’amore di Ajak, guida saggia e spirituale in grado di comunicare con i Celestiali dichiaratamente affezionata a tutti gli altri Eterni, sua famiglia millenaria, interpretata da Salma Hayek; e infine l’amore platonico, che potremmo semplicemente definire decennale devozione, di Harish Patel, maggiordomo del gentile Kingo, Eterno che può emettere proiettili di energia cosmica dalle sue mani interpretato da Kumail Nanjiani.

Un Universo Cinematografico Marvel stracolmo di sentimenti, quello pensato da Zhao, che ha unito la mitologia supereroistica dello studios alla sua visione filmica che fino ad oggi guardava quasi unicamente al naturalismo, qui accompagnato da enormi effetti speciali e spettacolari battaglie. Senza voler spoilerare alcunché, Eternals fatica nel dover gestire così tanti protagonisti fino ad oggi mai visti, cedendo spazio a necessari ‘spiegoni’ chiamati ad unire pezzi di Storia spalmati su 7000 anni, scarse risate, tante (troppe) parole e momenti di stanca filosofeggiante alternati a grandiosi scontri, l’ultimo dei quali come troppo spesso capita esageratamente frettoloso nella sua rapida e semplicistica conclusione.

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Mi sento privilegiata ad esserci, perché amo questa storia, ma anche la diversità e l’inclusione che vengono rappresentati dal cast e da questa famiglia“, ha precisato Angelina Jolie in conferenza stampa. “Mi auguro che questo diventi la norma, in futuro. Sono felice che molte persone potranno vedersi come mai si sono viste prima, vedendo questo film”. Ed è qui che la diva premio Oscar fa centro. Perché grazie ad Eternals una generazione di fan omosessuali potrà finalmente riconoscersi su grande schermo, con quelle famiglie arcobaleno in Italia “inesistenti per legge” qui pennellate come centro propulsivo d’amore, emblema di felicità e assoluta ‘normalità’.

Una prima volta tanto attesa quanto storica, che diventa inclusione a 360° grazie anche al primo supereroe pachistano, la prima supereroina sordomuta, il primo supereroe sudcoreano, con 5 donne e 5 uomini a dividersi la scena. Un casting volutamente multi-rappresentativo che finalmente obbliga la Disney Marvel ad interagire con quelle ‘minoranze’  a lungo silenziate, banalmente schivate.  Ma da oggi tutto cambia e nulla sarà più come prima, come annunciato dal presidente Marvel Kevin Feige che ha anticipato l’arrivo imminente di una maggiore rappresentazione LGBT. Ci sono voluti ‘solo’ 13 anni, ma finalmente si sono accorti che anche noi esistiamo.

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