Le ultime dichiarazioni di Eugenia Roccella, Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità nel governo Meloni – invitata per l’ennesima volta a una trasmissione televisiva e sempre pronta a diffondere messaggi d’odio e intolleranza verso la comunità LGBTQIA+ e le famiglie omogenitoriali – sono state la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Ferma, decisa – ed ironica -, è arrivata ieri la risposta di Alessia Crocini, presidentessa dell’associazione “Famiglie Arcobaleno”, che dal 2005 si batte per il riconoscimento delle famiglie omogenitoriali in Italia.
“Ringrazio i media italiani che hanno sempre un posto per Eugenia Roccella, così che quest’ultima possa andare ad attaccare, umiliare e denigrare le famiglie omogenitoriali di questo paese” – inizia Crocini.
Ed effettivamente, è molto facile – in una trasmissione televisiva – monopolizzare il discorso se non vi è un interlocutore della controparte che sa di sta parlando a ribattere.
Crocini, nel video pubblicato su Instragram ieri sera, evidenzia proprio la mancanza di un dibattito vero e proprio, dove entrambe le parti hanno abbastanza elementi e conoscenze per disquisire in maniera corretta.
“Magari si potrebbe invitare qualche esperto che possa parlare di come, grazie a evidenze fornite da 50 anni di ricerche, i bambini e le bambini nelle famiglie omogenitoriali hanno lo stesso livello di benessere delle altre. E invece no, Eugenia Roccella va sola nelle trasmissioni televisive, e in qualsiasi paese civile, sparate di questo tipo porterebbero un ministro – anche della frangia conservatrice – a dimettersi”
Poi, Crocini smentisce le dichiarazioni di Roccella secondo le quali la lobby gay starebbe lavorando per un fantomatico “anonimato genitoriale” – tirando sempre fuori l’annosa questione di “Genitore 1, Genitore 2”, una retorica populista vecchia e stravecchia che però pare stare molto a cuore alla Ministra.
“Roccella, non c’è stato mai da nessuna “madre e padre” sui documenti dei minori – fino a prima della riforma Salvini, peraltro bocciata da un giudice e dal garante della privacy – la dicitura corretta era ‘genitore o chi ne fa le veci’, altro che anonimato genitoriale, si parla di dicitura legale”.
E, in merito alle dichiarazioni di Roccella, scagliatasi contro le famiglie arcobaleno con il baluardo dell’”interesse del minore” – a sua detta inficiato dall’esistenza delle famiglie omogenitoriali – , Crocini ribatte che, il miglior interesse del minore è quello di essere nato, nonchè il veder rispettata la famiglia che lo ama, lo educa e lo mantiene, a prescindere da chi essa sia composta.
“Sei una ministra indegna di un paese civile, una persona pavida, perchè non hai mai avuto il coraggio di incontrare Famiglie Arcobaleno, l’unica associazione che in Italia rappresenta le famiglie omogenitoriali di prima formazione. Io ti chiedo un incontro e ti chiedo di andare insieme a una trasmissione televisiva”.
Crocini poi affronta una altro cavallo di battaglia di Roccella, ovvero la questione dell’erroneamente definito “utero in affitto”.
“Quando imparerai a dire gestazione per altri sarà un bel giorno. Ricordati però che la maggioranza delle famiglie omogenitoriali di questo paese è composta da donne lesbiche e bisessuali con figli e figlie. Solo che a te fa molto comodo invece sfruttare la retorica di questi ‘padri gay cattivi che vanno nei paesi del terzo mondo a strappare i figli alle donne povere’. Peccato che tu non ti sia mai posta il problema di parlare con le donne che scelgono di portare avanti una gestazione per altr*”.
E poi, l’ultima stilettata a tutti quei giornalisti che ospitano un dibattito finto, e continuano a dare rilevanza mediatica a persone come Eugenia Roccella senza però permettere alle persone interessate dalle sue invettive di controbattere.
“Ancora più vergognosi i media italiani che danno il microfono in mano SOLO a Eugenia Roccella. Vi sentite tanto progressisti perchè controbattete, ma alla fine ciò che dite è nella maggior parte dei casi inesatto e non porta da nessuna parte. Invitate qualcuno che abbia le competenze e le conoscenze”.
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