Non solo il Codacons, che ha inondato i Ferragnez di carte bollate. Fedez ha ricevuto un’altra querela, ma questa volta in arrivo da un leghista. Ricordate il primo maggio scorso, quando dal palco dell’Auditorium il rapper lesse alcune frasi omotransfobiche pronunciate da politici leghisti?
Ebbene passati 5 mesi uno di quei nomi, tale Alessandro Rinaldi, si è rivolto al suo avvocato. “Credo che rientri nella top 10 delle denunce più divertenti mai avute in vita mia”, ha commentato via Instagram Stories il rapper, “colpevole” di aver citato Rinaldi in quell’ormai famigerato monologo. Il leghista, a suo dire decontestualizzato, disse “I gay vogliono l’uguaglianza? Si comportino da persone normali”. Ebbene Rinaldi ha denunciato Fedez perché avrebbe per l’appunto estrapolato fuori dal contesto la frase incriminata.
“Ma sentiamo la precisazione del signor Rinaldi in merito a questa affermazione. E qui, si vola!”, continua Fedez. “Il signor Rinaldi voleva solo esortare persone con un orientamento sessuale diverso dal suo a non esibire il loro orientamento sessuale in maniera grottesca e ossessiva, ma a comportarsi come tutte le persone normali! E beh, così assume tutto un altro senso! Grande Rinaldi! Spero che sia una buona promozione per le regionali, le comunali non so dove c*zzo ti fanno eleggere”. “È imbarazzante come ci sia un’intera classe politica italiana che quando spara una stron*ata enorme e indecente, piuttosto che chiedere scusa perseverano a rivendicare le stron*ate che dicono perché tanto in questo Paese si dimentica tutto col tempo e niente, fate schifo al ca**o!”, ha concluso Fedez, evidentemente esausto dal dover collezionare querele. “Ma poi me ne restano mille“, volendo citare l’ultimo tormentone estivo cantato in coppia con Achille Lauro e Orietta Berti.
Rinaldi, dal canto suo, ha così sporto denuncia a Reggio: “L’espressione riportata da Fedez è stata creata ad arte, distorcendone il significato e strumentalizzata a fini politici al fine di alimentare mediaticamente una presunta ’emergenza omofobia’ in Italia e agevolare l’approvazione del Ddl Zan. In realtà il mio intervento era volto a tutelare piuttosto che a minare l’uguaglianza di tutti gli orientamenti sessuali. Inoltre tale condotta appare lesiva se si considera la notorietà di Fedez che vanta a livello mondiale quasi 13 milioni di ‘seguaci’ su Instagram. È chiaro che non solo la mia carriera politica è posta in discussione, ma anche quella lavorativa: sono ancora uno studente e nel momento in cui cercherò un’occupazione, sarò immancabilmente e ingiustamente associato al concetto di ‘omofobia’”.